A 3835 metri di quota i venti possono soffiare sino a 300 chilometri orari e le temperature raggiungono livelli proibitivi.
Per questo è ancora più sorprendente quello che Thomas Buchi e Hervé Dessimoz, due tecnici francesi dello studio Group-H, sono riusciti a fare al Refuge du Goûter, uno dei rifugi alpini più antichi e conosciuti dagli escursionisti.
Incaricati dal French Alpine Club di ristrutturarlo in nome dell’efficienza energetica, i due professionisti transalpini sono riusciti a creare un vero gioiello di Green Building.
Certo, ci sono voluti 6 milioni di euro ma ora il Refuge du Goûter può essere considerato il ‘progetto pilota’ dei futuri rifugi montani carbon neutral oltre che un eccellente lavoro architettonico.
A cominciare dal legno utilizzato, proveniente dalle foreste di abete rosso, abete bianco e larice delle alpi francesi. Tutti gli elementi sono stati prefabbricati a valle e poi portati in alta quota mediante un elicottero.
Per quanto riguarda l’isolamento termico, assolutamente essenziale in alta quota, sono stati applicati alle facciate alcuni pannelli in fibra di legno riciclato capaci di assorbire il calore durante il giorno per rilasciarlo durante la notte. In più, sono stati applicati i tripli vetri alle finestre.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, questo avviene grazie a fotovoltaico, solare termico e biomasse e a sistemi ad alta tecnologia che permettono di gestire e stoccare l’energia. Infine, un sistema di raccolta della neve garantisce la produzione di acqua potabile.
[foto da toits-europe.com]
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