Magazine Ecologia e Ambiente

Sul nucleare cala il silenzio. Anzi, no

Creato il 16 maggio 2011 da Lorenzo_gigliotto

È piuttosto curioso che, nel momento in cui il governo italiano ha “congelato” la questione nucleare, si cominci finalmente a parlarne con obiettività e cognizione di causa. Proprio in questi giorni infatti, due illustri rappresentanti della comunità scientifica italiana hanno reso pubbliche le proprio considerazioni su questa materia.

Iniziamo con Margherita Hack, astrofisica di fama mondiale e nota per l’appartenenza politica all’area della sinistra radicale. In un interevento al Salone Internazionale del Libro di Torino la Hack ha ribadito la propria posizione a favore del nucleare sottolineando la necessità di ricorrere a questa fonte energetica.
“Petrolio e metano si stanno esaurendo, il carbone abbonda ma inquina molto, e le fonti rinnovabili sono ancora lontane dalla sufficienza: non abbiamo altro modo, per rispondere ad una richiesta di energia in crescita, che ricorrere al nucleare” ha affermato. Poi, con la sagacia e l’intelligenza che la contraddistinguono, ha aggiunto: ““L’energia nucleare è necessaria, ma siccome è anche pericolosa bisogna affrontarla in maniera seria, non all’italiana. Si parla tanto di villaggio globale e anche l’energia nucleare è un problema globale che andrebbe risolto globalmente, mettendo le centrali nucleari in luoghi sicuri dal punto di vista sismico. E chi ha le centrali nucleari dovrebbe cedere a prezzo di mercato l’energia a quei Paesi che per ragioni geofisiche non possono impiantare in sicurezza centrali nucleari”.
La scienziata ha anche invitato il pubblico presente a non farsi influenzare da quanto è successo in Giappone. Anzi, al contrario, occorre rilanciare gli studi, per innalzare i livelli di sicurezza del nucleare. “Io credo che non si possa abbandonare la ricerca”, ha detto l’astrofisica. “Ogni progresso tecnologico ha avuto le sue vittime – ha riconosciuto Margherita Hack – ma l’umanità è progredita perché ha saputo imparare e andare avanti. Quando l’uomo ha scoperto il fuoco, se lo avesse abbandonato dopo il primo incendio saremmo ancora all’epoca delle caverne”.

Le ha fatto eco il Prof. Luigi De Paolo, docente alla Bocconi, il quale è intervenuto all’incontro “L’energia nucleare: riflessioni dopo l’incidente di Fukushima” organizzato dal CERTet (Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo) in collaborazione con IEFE (Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente) proprio all’interno della prestigiosa università. Afferma De Paolo: “E’ necessaria una riflessione allargata, che parta anzitutto dall’esame di ciò che abbiamo appreso da un periodo ormai superiore al mezzo secolo di sfruttamento di questa fonte”. Anche tenendo conto del fatto, come ha lui stesso riconosciuto, che la valutazione sulla convenienza o meno dell’energia nucleare risente pesantemente – se non per la maggior parte – della visione soggettiva della questione. “Dipende da chi lo esprime”, ha detto il docente universitario. Che in fondo, è solo un modo più elegante per dire che dipende dai pregiudizi di una persona.

Due episodi che lasciano intendere come forse, proprio grazie alla moratoria decisa dal governo italiano, si stia iniziando ad affrontare questo tema uscendo dalle logiche “emozionali-ideologiche” per dar luogo a una discussione che abbia nella scientificità e nel rigore intellettuale i propri punti di forza. Insomma, forse l’Italia ha ancora l’occasione di non perdere il treno che porta nel futuro.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :