di Rina Brundu. Tenere un sito di opinioni non é cosa facile e a volte può diventare un giogo… Beh… questo almeno era il mio incipit per questa nota-deontologica… poi ho visto le centinaia di letture (oltre 700 nel momento in cui scrivo) anche di quest’oggi e avrei voluto iniziare in altro modo… ma sono stanca. Di sicuro continuo a meravigliare: continuo a meravigliare del fatto che nonostante tutto, persino nonostante i diversi tentativi per censurarlo, i frequentatori di questo piccolo blog “alternativo” continuino ad aumentare.
È probabile che quest’anno raggiungeremo le ventimila pagine di media al mese che è tantissimo per un blog che non fa nulla per farsi pubblicità, per risultare simpatico e non fa nulla per autocensurarsi… Ma francamente il numero di letture non è importante, non per me: per me non è mai stato importante. Non è mai stato importante perché in vita mia non ho mai scritto una virgola perché gli altri mi leggessero: ho sempre scritto perché avevo qualcosa da dire e per rivendicare il diritto di dirlo in libertà. Senza la mia libertà intellettuale io non potrei essere: meglio sarebbe morire, meglio sarebbe che mi dissolvessi nell’etere.
Temo però di doverlo ribadire: tenere un sito di opinioni non è facile e alla lunga può diventare un giogo. Certo uno potrebbe infischiarsene, fare finta di nulla qualsiasi sia la boiata che legge in calce ai pezzi, evitare di rispondere… ma non è così facile. Il va sans dire che se qualcuno propone un sito di opinioni è perché, molto probabilmente, è un “opinionated” anche lui… o lei. Io lo sono certamente: da sempre e non penso ci sia saggezza futura che potrà limare questo tratto. Anche perché in realtà io non vorrei fosse limato, pena il trasformarmi in un’altra ameba italica qualunque. Una che le dicono di sedersi e si siede, di alzarsi e si alza, di dire sì e assentisce, di dire no e accenna a un diniego. O magari un’altra che firma ciò che scrive via “nick”, che non ha il coraggio delle sue opinioni, che evita una critica al Sistema se può evitarla, che critica gli altri nascondendosi (o ritenendo di poterlo fare)….
Non fa per me! Penso che il mio coraggio lo abbia sempre dimostrato e lo dimostri ogni giorno, ma vorrei anche mandare un messaggio chiaro e tonante a chi pensa che per il solo motivo che io banni uno user… io mi riduca allo status di “coniglio”. In primis, per la serie navigatore avvisato mezzo salvato… preciso che io tengo tutte le email ricevute e anche se non rispondo, laddove ci siano gli estremi non ho difficoltà alcuna a girarle alle autorità competenti… con tanto di IP address e tutto ciò che è necessario per portare davanti a chi di dovere chi abbia responsabilità d’oltraggio a qualunque titolo… In secondis… la prassi di “bannare” user particolarmente “vivaci” sarà la nuova prassi di Rosebud e senza che il sito offra spiegazione alcuna….
Perché? Perché mi sono rotta le balle! Mi sono rotta le balle di dovermi trovare nel mio sito – che pago col mio lavoro, che dovrebbe rappresentare me e le mie idee, che dovrebbe rappresentare ogni mio “mood” se così mi pare – alla stregua dell’ospite che si muove on “tiptoe” per dire la sua. A tutto a mio avviso ci deve essere un limite, anche alla cortesia, anche alla gentilezza. Questo URL di fatto non è sparoognicazzatacomemiparetantopaganoglialtri.com ma è rinabrundu.com. Ne deriva e mi pare pacifico che è url che rappresenta me, che DEVE rappresentare me e la mia essenza, le mie idee, le idee di chi io stimo e accolgo in casa mia e non altre… che non ci rappresentano.
Questo sito inoltre è dichiaratamente un sito laico è in quanto tale va rispettato. Non mi permetterei mai di andare in luoghi virtuali tipo gesùcristo.com o similare (se esistono), a dire che sono in torto con le loro visioni religiose… ma qui se mi va di scrivere che quei credo sono puttanate io lo scrivo. Questo diritto me lo concede la nostra Costituzione in primo luogo e poi anche il buon senso… Spetterà poi a me, ad una mia possibile saggezza di metodo, presente e futura… formulare queste critiche in altro modo…ma queste sono “lotte intestine” del mio io impegnato a tentare di capire meglio le ragioni di una avversione che in questo particolare momento della mia vita è totale nei confronti di questo tipo di superstizioni. Ma, ripeto, queste sono cose mie e sono discorsi miei che non desidero, non voglio condividere anche perché quando voglio condividere qualcosa so perfettamente come farlo e sono in grado di farlo meglio di tanti.
Cutting a long story short… Rosebud diventerà meno “libero” d’ora in poi.. meno “welcoming”, ma io spero anche più valido… anzi di questo ne sono sicura… Proteggerò in ogni modo e maniera la mia libertà di espressione perché in realtà l’errore che ho fatto, in nome di un malinteso senso libertario, è stato di anteporre le visioni altrui alla mia: Rosebud non è il The New York Times, non ha queste responsabilità e sarebbe sciocco pensarlo. Ma il sito ha sicuramente responsabilità verso la mia etica e quella io proteggerò da ora in poi: costi quel che costi… anche se i followers dovessero ridursi a uno solo che poi si scoprì tale per madornale misunderstanding!
Non c’é trippa per gatti su Rosebud, neppure per i conigli, e non ci sarà mai: prima lo chiudo!