“Graceless” del quintetto di Londra che prende il nome di “Sulk” è stato, almeno per me, uno degli album più attesi di quest’anno: dopo i singoli, bellissimi, “Wishes” e “Back in Bloom” è finalmente giunto alle mie orecchie.
Già dai singoli si capiva l’andazzo della band e l’album, ovviamente, non delude le aspettative.
La band è di Londra, certo, ma il sound è quello della capitale della musica (Manchester) di fine anni ’80: si sentono tantissimo, forse fin troppo, gli Stone Roses, sia a livello di sound (la linea di basso di “Mirian Shrine” , tra le tante cose) che di voce.
Non ci sono solo sonorità della Madchester (The Charlatans, taglio di capelli del frontman à la Tim Burgess compreso \ The Stone Roses), ma anche delle belle schitarrate psichedeliche, note shoegaze à la My Bloody Valentine, un bel po’ di sfacciataggine Gallagheriana (Oasis) e un’attitudine Britpop (Suede e Gay Dad in primis e tra i tanti).
I Sulk guardano tantissimo indietro, musicalmente parlando, e prendono d’ispirazione quei mostri sacri della musica British, ma, allo stesso tempo, sanno bene come mantenersi attuali e seguono la scia di band come The Horrors (“Back in Bloom”, che sembra essere una traccia di “Skying” ) e Toy.
Non aspettatevi troppe novità da questa band che ha bisogno di cercare uno stile più personale, ma, nonostante tutto, “Graceless” è un album davvero piacevole, veloce e che suona bene alle orecchie di chi ha nostalgia del periodo Madchester-Britpop.
Tracklist:
- Sleeping Beauty
- Flowers
- Diamonds In Ashes
- The Big Blue
- Marian Shrine
- Back In Bloom
- Wishes
- Down
- If You Wonder
- End Time