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Aria calma stasera, calda d'estate.
E' un concerto di grilli, ed un frinire di cicale che amoreggiano.
Decine di voci di un coro intonato, ritmato dalle pause dei grilli.
E' come un darsi il cambio, che il canto che si allontana tra gli olivi, o torna a riecheggiare sulle pareti della casa.
Tavola apparecchiata sotto alle stelle, una delle ultime volte per quest'anno, forse.
Il tempo si prepara a dei cambiamenti, per domenica è prevista pioggia.
In cielo, la vista delle stelle è disturbata da piccole nuvole, che ti accorgi che si muovono solo quando, dopo aver girato lo sguardo, torni a cercare le stelle. Se le fissi, le piccole nuvole sembrano immobili.
Mi sdraio sull'amaca, e fisso il cielo. Che strane che sono le stelle, più le fissi e più sembrano luminose.
Gastone mi sale sulla pancia, a lui non interessano le stelle, ma le mie carezze, ma anche solo poter stare un po' di minuti, accoccolato sul mio petto.
Intanto il cielo cambia, le nuvole, sempre piccole, sembrano essersi infittite.
Prendo il cavalletto, lo monto, ci piazzo sopra la macchina fotografica, e ritraggo il cielo.
Risalta, verso nord-ovest, verso la pianura con i paesi, il rossastro candore delle nuvole che riflettono le luci.
Ma tra di esse, le piccole nuvole in transito, nel cupo nero della notte siderale, le stelle, come lontane flebili fiammelle sono presenti, numerose.
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