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Sull’autostrada del sadcore con The National

Creato il 23 settembre 2010 da Joolio

Rating: 4.5/5Sull’autostrada del sadcore con The National

di Ludovico Casaburi

Come si fa a suonare forte senza suonare forte? Come si fa a suonare intenso con tanta leggerezza? Come si fa ad essere malinconici, seriosi e diretti, eppure allo stesso tempo anche epici e spensierati? Queste, e molte altre domande, vi verranno spontanee quando entrerete in contatto con una delle band migliori degli anni zero, cinque signori che hanno la desolazione del Midwest americano nelle vene e il nome che fa tanto marca di sigarette: The National.

Tre buoni album pubblicati tra il 2001 e il 2005, poi, questi integerrimi musicisti originari dell’Ohio – diventati però band solo a New York City – arrivano alla pubblicazione di Boxer (2007): la critica internazionale sobbalza sulla sedia  prima di restare estasiata. L’indie rock dei National è infatti così adulto e sofisticato da  costringere gli scribacchini a scomodare mostri sacri del rock made in Usa per trovare qualche termine di paragone. Uno su tutti, Bruce Springsteen. Già, addirittura.

High Violet, quinta fatica datata 2010 del quintetto, prosegue sulla falsa riga del suo stupefacente predecessore, ma ne migliora, secondo noi, gli elementi fondamentali: le atmosfere “autostradali” (magari sotto la neve, certamente d’inverno) ci sono ancora, così come la violenza quieta e lucidissima di ritmi ora schizofrenici ora più compassati, mai banali e sempre carichi di destabilizzante sicurezza.

Pezzi come Anyone’s Ghost, Afraid of Everyone e soprattutto Bloodbuzz Ohio, oltre a definire in maniera cristallina il mood tipico dei National (drammatico, stiloso e riflessivo), porta la band a vette di esecuzione che solo i maestri Arcade Fire avevano toccato precedentemente.

Menzione d’onore per la voce baritonale del cantante Matt Berninger: avete presente quei cimiteri monumentali, molto gotici e poco curati, tipici della cultura anglosassone? Ecco, tutto suona come una passeggiata notturna tra pietre tombali del 1850. Se mentre ascoltate High Violet avete indosso una giacca, vi verrà voglia di alzarne il bavero. Brividi.

The National – High Violet (4AD, 2010)


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