Sull’euro i partiti italiani sbagliano tutti. Ecco il proclama di Marcotti

Da Pukos

Non c’è un partito in Italia, perlomeno fra i maggiori, che sull’euro abbia le idee chiare, anche se, naturalmente, le posizioni sono fortemente distinte ed in qualche caso anche contrapposte. Vediamole in maniera sommaria, e perdonatemi la necessaria semplificazione.

Pd, Ncd, Sel, Popolari, ecc. – insomma sto cercando di raggruppare coloro che sono favorevoli all’euro, anche se, in alcuni casi, possono essere molto critici con le scelte di politica monetaria della Bce. Insomma, avete capito, tutti quei partiti i quali ritengono che una nostra eventuale uscita dalla moneta unica risulterebbe per noi una mezza catastrofe.

Ebbene non vale neppure la pena perdere tempo, questi partiti, nella migliore delle ipotesi, non hanno capito nulla di economia, ma, molto più probabilmente, sono in completa malafede, si sono “venduti” alla cricca che ha voluto questa aberrazione che è l’euro.

Forza Italia – Proprio in questi giorni ci sono state delle importanti dichiarazioni di Silvio Berlusconi il quale si è dimostrato favorevole all’euro solo al alcune “condizioni”:

-   Che la Bce diventi una vera Banca, che stampi moneta e garantisca il debito Pubblico dei vari Paesi che ne hanno bisogno

-   L’euro deve tornare in parità con il dollaro

-   E la Bce deve immettere liquidità nell’economia come hanno fatto Usa, Giappone e Cina

Ebbene in buona sostanza, anche se non detto esplicitamente, che vengano fatti gli Stati Uniti d’Europa. Ovviamente l’ex Cavaliere ha voluto fare una provocazione, nel senso che sono condizioni improponibili (figuriamoci se, ad esempio, la Germania si mette a garantire il debito pubblico dell’Italia!). Ritengo che le parole di Berlusconi seguano questa logica: non può espressamente dire di voler uscire dall’euro perché al momento la cosa “spaventa” ancora gli italiani, ed allora, per rimanere all’interno della moneta unica, pone delle condizioni utopistiche in maniera tale da avere, successivamente, l’occasione di poter dire “io sarei anche rimasto nell’euro, ma a certe condizioni, così, invece, meglio uscirne”.

Insomma una posizione da politica “democristiana”: dire di no non mi dà consensi, allora pongo delle condizioni improponibili che mi permetteranno poi di dire che non sono stato io a rifiutare, ma sono stato costretto perché dalla controparte non hanno cercato neppure di prendere in esame le mie richieste.

Movimento Cinque Stelle – Dire, o, come dicono i nostri giornali, “minacciare” di fare un referendum sull’euro è assolutamente sbagliato, se si andasse ad una consultazione popolare la disinformazione che verrebbe messa in piedi dall’establishment sarebbe di una tale portata che si rischierebbe di perderlo. Figuratevi cosa arriverebbero a dire i cosiddetti “poteri forti” agli italiani: che tutti i loro risparmi si dimezzerebbero, che andremmo incontro alla povertà più assoluta, che non verrebbero più pagate le pensioni … e via di questo passo, e le persone più “culturalmente deboli”, se non altro per paura, finirebbero per votare a favore del mantenimento dell’euro.

Perdere il referendum sarebbe ciò che di peggio possa accadere perché, visto che l’euro avrebbe avuto un imprimatur “popolare”, a quel punto davvero non ce ne libereremmo se non solo dopo la distruzione completa della nostra economia, insomma faremmo la fine dell’Argentina. Non è questione di democrazia o meno, i governanti devono fare il bene del loro Paese, quindi il referendum non si deve fare, occorre uscire dall’euro e basta!

Lega Nord – è certamente il partito più euroscettico, ma Salvini sta comunque facendo alcuni errori. Il più grave dei quali è quello di ipotizzare un’alleanza con Grillo in funzione di un possibile referendum. Come ho spiegato prima, la consultazione referendaria è assolutamente da evitare. Salvini deve anche scongiurare una qualsiasi alleanza transnazionale con la Le Pen, si avvalora in questo modo l’idea che essere contro l’euro è “di destra”, cosa assolutamente falsa, essere contro l’euro significa essere liberalisti, cioè la cosa più distante dalla destra e dalla sinistra, la destra e la sinistra, infatti, non sono altro che due facce della stessa moneta (l’euro, appunto). Infine, ed anche questo non va sottovalutato, il Segretario della Lega, deve cambiare il modo di comunicare: non deve dire che l’euro è una “moneta sbagliata”, cosa che sembra implicare che un’altra moneta unica, magari, sarebbe quella giusta, bensì egli deve dire con assoluta chiarezza che “l’idea dell’euro”, cioè di una moneta unica utilizzata da Stati con economie completamente diverse, è un’idea assolutamente folle e che porta a distruzione e miseria.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro   


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