Seconda riflessione: vorrei ragionare con voi sull’importanza del pensare bene.
Se il pensiero è l’alimento dell’essere è d’ estrema importanza sapere costruire pensieri fecondi, felici, fatti a misura d’uomo. Ognuno di noi in base alle proprie esperienze di vita, in base al proprio patrimonio genetico ed in base alla propria condizione temporale e spaziale è portato a relazionarsi in un determinato modo con il mondo che lo circonda. Nessuna delle tre condizioni ora esposte pregiudica in maniera irreversibile e non modificabile le nostre decisioni; certo le condiziona, le limita, le circuisce, le ottenebra, ma non le possiede, non ne è il giudice incontrastato.
L”auspicabile fusione di quello che si pensa con quello che si sente e con quello che si può operare nella contingenza in maniera non distruttiva o non solamente distruttiva, permette l’evoluzione del pensiero e dunque realizza il pensare bene.
Inutile negare o sottovalutare il ruolo della contingenza; anzi, occorrerebbe avere la capacità di concepire ogni condizionamento come fonte di crescita, di sviluppo e non di sola mortificazione. Ci si deve improvvisare o costruire come dei trampolieri che devono stare in equilibrio sopra zattere ben altoelevate ed incerte. Nella logica del sapere conservare il controllo degli eventi occorre sapere accogliere gli imprevisti, sapere prospettare cambiamenti, cominciare a ragionare in termini di mobilità, di commistione, di mescolanze. Nella logica dell’accoglienza e dell’apertura occorre conservare la propria identità concepita non come baluardo invalicabile ma come strumento votato all’incontro.
Amici carissimi, non si può che vivere alla giornata là dove ogni giorno costituisce di per sè una sfida, una conquista che conserva la sua pena, piccola o grande che sia. All’interno di questo navigare solo in apparenza senza meta, il singolo è chiamato a raccogliere tutte le proprie forze, è chiamato ad essere onesto e sincero, è chiamato ad essere umile ossia a riconoscere tutti i propri limiti. Tuttavia è anche chiamato a non rinunciare al suo sogno, a non abdicare al suo credo, alla sua sana follia, nella certezza/speranza che un giorno arriverà il suo compimento.