Il pensiero che presenta una coerenza interna senza interrogarsi su cosa possa esserci all'esterno del sistema di valori che lo costituisce può esporre ai rischi di una tautologia nel migliore dei casi, all'auto-annientamento nel peggiore. In ogni caso si tratta di un pensiero che non potrà mai autenticamente scoprire la novità dell’altro da sé. Pirandello ci ha messo in guardia dal riparare la giara dal suo interno, sulla scia di tale consapevolezza persino la roccaforte matematica è stata espugnata dai teoremi di Gödel ed il territorio del “comportamento razionale” dell’economia è stato scosso dal terremoto di Amartya Sen.Per capire il mondo dobbiamo uscire di casa. Una casa dalle mura strette e dal soffitto basso, una casa le cui mura non sono ormai che ruderi della nostra umanità, ma che ancora abbiamo il diritto di credere sontuosa come un castello perché è l’unica di cui possiamo disporre e l’unica che dobbiamo riedificare.
Mi rendo conto che queste brevi note possono essere intese come una sorta di liberatoria per l'incoerenza, niente di più sbagliato. In tal caso valga quanto scriveva Wittgenstein: "La tautologia non ha condizioni di verità, poiché è incondizionatamente vera; e la contraddizione è sotto nessuna condizione vera. Tautologia e contraddizione sono prive di senso." (4.461), seguito subito dopo da: "Tautologia e contraddizione non sono però insensate; esse appartengono al simbolismo, così come lo “0” al simbolismo dell’aritmetica." (4.4611) Tractatus logico-philosophicus.
