Sulla scrittura. E su un laboratorio che voglio fare

Creato il 16 maggio 2015 da Giuseppe Armellini
La scrittura è una cosa grande, ci sono pochi cazzi sulla questione.
Ovviamente parlo della vera scrittura, non nel senso di qualità, anzi, va bene anche quella pessima con le acca sbagliate, ma di processo.
Voglio dire, dove riesci ancora a trovare qualcosa di così tremendamente "attivo" e personale?
Nessuna parola, nessuna frase appare sul foglio o sullo schermo bianco da sola,  il momento della scrittura è uno dei pochi in cui ancora, condizionato o no, vero o no, sei costretto a compiere un atto intellettivo, a pensare, ad accendere il cervello in un mondo che ogni 3 minuti preme il bottone dell'off cerebrale.
Poi la scrittura può essere piacere della creazione, sfogo, divertimento, abitudine, esercizio, formula contro la noia o contro lo stress, appagamento narcisista e mille altre cose.
Ma se non pensi e scrivi quel foglio rimane bianco.
Ora, v'ho rotto i coglioni mille volte su quello che significa per me scrivere, ve lo risparmio.
Però ultimamente sento la necessità di provare ad "aiutare" quelli a cui piace scrivere ma si sentono in qualche modo bloccati nel farlo.
Oppure quelli che bloccati non lo sono per niente ma non sanno in che modo condividere quello che scrivono.
Ovviamente il campo di "battaglia" che ho scelto è quello del cinema.
Ho pensato così di organizzare (ci vorrà tempo, ma lo farò) un laboratorio di scrittura sul cinema.
Io, anche se il corso forse sembrerà affermare questo, non sono il "docente", ma soltanto uno che proverà ad aiutare i ragazzi (dai 16 ai 29 anni) a tirar fuori quello che hanno dentro.
Esistono 3 grandi elementi, e sono la passione, lo stile e la capacità di distruggere il muro che ci divide dagli altri, la condivisione.
Questi 3 grandi elementi, mescolandosi tra loro, formano 8 possibili prototipi di ragazzi.
(grazie ad Alessandro che mi ha detto del 2 alla terza)
A me interessa che i ragazzi possiedano il primo di elemento, la passione.
Perchè a quel punto i prototipi si riducono a due:
Un appassionato che non sa scrivere tanto bene ma condivide già con gli altri quello che scrive.
Un appassionato che scrive benissimo ma tiene tutto per sè.
(poi ci sarebbe l'appassionato che scrive benissimo e condivide già, ma probabilmente a quel punto non avrebbe bisogno  dell'esperienza)
E' a questi due tipi di ragazzi che il laboratorio può servire.
A chi piace già condividere ma vuole, attraverso il confronto, le critiche e i consigli degli altri, migliorare quello che fa, e a chi non ha nessun problema con lo stile e le parole ma non riesce ancora a tirar quelle cose fuori dal cassetto.
Saranno una decina di incontri in cui si vedranno cose e si scriverà moltissimo, in cui si cercherà di allargare la propria terminologia cinematografica, si accenneranno due cose sulla storia, sui generi, sulle tecniche, sulle inquadrature, sulla sceneggiatura, sui diversi stili di scrittura personale e compagnia cantante.
Senza mai avere l'arroganza di pensare che nessuno stia insegnando niente (non ne ho le competenze o se le avevo le ho perse nel tempo) ma che si voglia soltanto aggiungere molte più frecce ad una farestra che il ragazzo ha già saldamente sulle proprie spalle.
Una faretra che dentro deve avere solo la freccia della passione, per cinema e scrittura.
Nient'altro.
E, soprattutto, sarà un tentativo per far uscire quello che uno ha nella testa e nel cuore e che, oltre al bisogno di reificare nella scrittura, ha anche la necessità o curiosità di condividere con gli altri.
Non ci saranno bravi e non bravi.
Ma soltanto chi riuscirà a far uscire le cose e chi non ce la farà.
Poi, alla fine, sempre di cinema stiamo parlando, nessuno vuole sapere nulla della vita personale dell'altro.
Però, probabilmente, solo chi riuscirà a mettere sè stesso dentro quello che scrive avrà raggiunto alla fine l'obbiettivo massimo.

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