Il sistema di decontaminazione in orbita all’interno del Microgravity Science Glovebox (MSG) permetterà di raggiungere nuovi risultati scientifici nell’ambito delle ricerche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Crediti: NASA
Quando pensate alla Stazione Spaziale Internazionale dovete immaginare un gigantesco laboratorio scientifico (837 m3 di volume abitabile) che orbita attorno alla Terra tra i 278 km e i 460 km di altitudine. Gli astroscienziati, però, a differenza di quelli che lavorano sulla terra ferma, devono tenere in considerazione molti più fattori come la microgravità, giusto per citarne uno, che se non controllata può trasformare gas, polveri, liquidi e oggetti appuntiti in un incubo galleggiante.
Proprio per questo, la SSI è stata dotata nel 2002 del Microgravity Science Glovebox (MSG), uno strumento che ha permesso per anni di condurre esperimenti scientifici in totale sicurezza. Gli astronauti hanno portato avanti centinaia di studi all’interno dell’area di lavoro, sviluppata dal Marshall Space Flight Center (NASA) e dall’Agenzia spaziale europea (ESA): i membri dell’equipaggio hanno sfruttato il MSG per una vasta gamma di ricerche in microgravità, tra cui la fisica dei fluidi, la combustione, la scienza dei materiali, le biotecnologie, le fisica fondamentale e di altre indagini, il tutto per comprendere il ruolo della gravità nelle interazioni fisiche e chimiche di base. Ora la NASA ha deciso di aggiungere nuovi studi alla lista di MSG: con la recente installazione di un sistema di decontaminazione, l’impianto potrà ospitare nuove ricerche, come quelle sulle scienze della vita. Questo aggiornamento è stato progettato e prodotto da Huntsville Teledyne Brown Engineering Inc., in collaborazione con il Marshall.
“Siamo davvero entusiasti di poter offrire questo nuovo sistema che consentirà agli astronauti a bordo della Stazione spaziale la capacità di condurre nuove importanti ricerche”, ha detto Lee Jordan, project manager del MSG al Marshall. “Per esempio, con questo sistema gli equipaggi possono condurre esperimenti relativi alla biologia delle cellule non-umane che non abbiamo potuto fare prima. Il lavoro a bordo della stazione spaziale è così importante perché ci aiuta a scoprire le tecnologie che possono migliorare la nostra vita sulla Terra”.
Il sistema di decontaminazione è stato progettato utilizzando diodi emettitori di luce ultravioletta ad alta potenza (LED UV) per sanificare le superfici all’interno del MSG. Questo processo di pulizia richiede solo pochi minuti prima e dopo degli esperimenti e garantisce la massima sicurezza per l’equipaggio. Il processo di risanamento rimuove anche inquinanti nell’aria – come impurità biologiche e chimiche – e pulisce il cassetto portaoggetti. In dotazione adesso ha anche un guanto intercambiabile che è stato riprogettato per essere più adatto per questi tipi di studi. Il sistema si basa sull’Ultraviolet Germicidal Irradiation (UVGI), in italiano radiazione ultravioletta germicida, un metodo di sterilizzazione che usa la luce ultravioletta alla lunghezza d’onda UV-C per distruggere il DNA dei microrganismi che sono così incapaci di riprodursi e proliferare. “Con questa tecnologia, è possibile distruggere oltre il 99,99 per cento di tutti i patogeni in pochi secondi, senza l’aggiunta di prodotti chimici. È senza effetti collaterali nocivi, a buon mercato, altamente efficiente e assolutamente affidabile”, si legge in una nota.
Il sistema è disponibile per tutti i carichi biologici che operano nel MSG e si occupa anche della contaminazione dell’aria o di altri carichi biologici precedentemente trattati. I roditori saranno i primi a testare questo sistema: il lancio della missione Rodent Research Hardware and Operations Validation (Rodent Research-1) è previsto per il quarto volo di rifornimento della navicella Dragon di SpaceX. La ricerca fornisce una piattaforma a bordo della stazione per studi di lunga durata sui roditori cercando di capire come la microgravità influisce su questi organismi e aprendo la porta a scoperte nella biologia di base. Altri organismi da studiare possono essere piante, microbi o altri animali di piccole dimensioni.
Come per quasi tutte le ricerche scientifiche effettuate a bordo della SSI, ciò che verrà scoperto in futuro potrà essere riportato nell’ambito della medicina per curare gravi malattie sulla Terra.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni