Magazine Cultura
Non sarà un calvario, come trovare un editore, sperare nella pubblicazione e vedere coronato il sogno di ogni scrittore, ma ci manca poco. Anche perché, se nell'editoria tradizionale, accanto al talento ci vuole tanta fortuna e l'occasione giusta, nel self-publishing ci vuole tanto lavoro, e a farlo è l'autore stesso, che deve improvvisarsi anche editore.
Perché allora non scegliere l'editoria tradizionale? Non perché non si ha fiducia nel proprio scritto (in questo caso meglio lasciar stare anche il self-publishing). Il fatto è che l'editoria classica è un mondo impervio, al quale è difficile accedere, e non sempre per mancanza di talento o per la scarsa qualità del testo. Questo scoraggia (anche chi talento non ne ha, n.d.r.). L'autopubblicazione è invece accessibile a tutti e ti dà una opportunità, che poi bisogna saper sfruttare, è ovvio. Io, questi tre racconti che compongono la raccolta autopubblicata, non li ho neanche proposti a un editore. Forse a causa della brevità (non tutte le case editrici offrono spazio ai racconti, che poi andrebbero pubblicati in versione digitale). O forse perché vorrei provare a mantenere un contatto più stretto col lettore, confrontarmi con lui e capire davvero quali sono le potenzialità o i difetti del mio scritto. È una sorta di pubblicazione pilota, per saggiare il terreno.
Visto che ci siamo, ve lo dico. La raccolta si intitola 'La gatta che suonava il piano'. Si compone di tre racconti: La gatta che suonava il piano, Lacrima di sangue e Il plotone. Essi rappresentano tre parti di un'unica storia, anche se potrebbero essere letti separatamente. Ambientati nella Parigi del 1944, sotto l'occupazione nazista, narrano di una piccola storia di resistenza, di un breve periodo di vita, condizionato dalla paura, dalla fame e dalla voglia di lottare. Narrano, più in particolare, di Vincent, un operaio parigino che si impegna nella lotta contro l'invasore tedesco, e di una gatta che suonava il piano.
Ora, il primo problema che si incontra quando si decide di autopubblicare è questo: sarà il mio testo meritevole di essere autopubblicato e letto da qualcun altro? Non lo so. Io non lo posso sapere. Pur conservando umiltà e obiettività, non posso dire con sicurezza se il mio testo vale qualcosa. E allora, cosa si fa? Io ho proposto la lettura ad altre persone, tra cui Giovanni, Morena e Marco, che ringrazio. Dai loro consigli ho capito cosa non andava, cosa era meglio migliorare. Dal loro aiuto una serie di altre revisioni. Resta il fatto che poi decidere di pubblicare o meno è una questione molto soggettiva, istintiva direi.
Potresti stare lì, per mesi, o anni, a rimuginare cosa sia meglio fare. E intanto il tempo passa e magari finisci per abbandonare tutto, rinunciando ad una opportunità di confronto e di crescita, che - se va bene, tanto meglio - se va male, si impara e si fa meglio. Bisogna pur rischiare ogni tanto. E cosa ho da perdere?
Arrivato a questo punto, mi son detto. Ora basta, voglio che sia il lettore a stabilire quanto (e se) i mei racconti valgono. E allora eccomi qui, ho deciso. Ho già caricato il mio ebook (in formato epub) su Lulu (per adesso è ancora privato), a cui seguirà la piattaforma di Narcissus.
Il viaggio verso l'autopubblicazione continua nei prossimi post. Intanto mi faccio un grande in bocca al lupo. Non me ne vogliate.
A presto.
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COMMENTI (1)
Inviato il 19 settembre a 17:55
Noi ne abbiamo parlato giusto oggi http://wp.me/p2JgxL-5x se vuoi darci un occhiata, e magari anche un parere tu che l hai provata. Raccontaci come sta andando. ;)
Inviato il 27 settembre a 16:04
Mi sembra evidente che l’autopubblicazione non é altro che il sommarsi, nella stessa persona, delle attività di scrittore e di editore. Non è quindi vero che l’editore non serve più, serve invece la capacità di fare l’editore, che non è di tutti. Ovviamente i costi sono ben diversi per gli ebook rispetto ai volumi cartacei ed il rapporto è diretto (in rete) tra “autore” e lettore in tutte le fasi produttive, ma credo che l’editore tradizionale sia ancora il passaggio obbligato per avere visibilità. Mi rendo conto che spesso si sente parlare di cifre stratosferiche per la pubblicazione di un libro e questo scoraggia moltissimi autori. Lavorando per una casa editrice a pagamento http://www.thewriter.it , che opera seriamente e in modo chiaro, che in tempo di crisi offre la qualità ad un prezzo conveniente, riesce a fare si che il sogno di molti possa realizzarsi. Da noi un romanzo in media costa 3 euro, dunque con circa 150 euro i nostri autori sono ufficialmente pubblicati, hanno uno spazio web sul sito, e 50 libri a poco meno di 200 euro. Quindi in questo mondo impervio non basta avere solo fortuna, ma anche un po’ di fantasia, di conoscenze tecniche, tanta dedizione e soprattutto un buon libro!!!!!