di Lele Mastroleo
Lele libero, (ph. arch. pr. L. Mastrole0)
…la mia libertà è la spilla da balia
per tenere su i calzoni,
è il cerchio arancione
che copre il sole che stinge il mare,
è la rondine che torna dall’isola madre
a salutare la stagione,
la mia libertà è baciarti sulla bocca
e ritrovarmi bambino
con in mano un aquilone.
la mia libertà è il profumo
delle foglie verdi di tabacco,
è quella fila di donne alla fontana
con i secchi di zinco,
è la scalcagnata mula di Vittorio
che accudivo la sera,
la mia libertà è sentire i tuoi seni
tra le mie labbra.
mentre passa la corriera
che porta al mare.
la mia libertà è un campetto
di pietre e tufo bianco
dove nei pomeriggi di troppo sole
ci divertivamo a diventare adulti,
a pittarci l’anima di carboncino,
la mia libertà è sentire il tuo respiro
mentre dormi,quando soffia
nei miei sogni
e spegne il dolore.
la mia libertà è un girasole,
è il granturco,è un arcobaleno,
la mia libertà è il ginocchio sdrucito
di terra umida e sale,
è la voce di mio nonno
che mi chiama per la cena,
la mia libertà è il tuo sorriso
ed una foglia verde di tabacco,
che ricucivo ago e filo sulle gambe…