Con la sempre maggiore diffusione del cristianesimo nel secolo IV, i fedeli avvertirono il fermo dovere di visitare, almeno una volta nella vita, i luoghi santi. I percorsi dei pellegrini si snodavano in regioni ancora in gran parte selvagge, spesso poco più che sentieri che incrociavano fiumi e corsi d’acqua da guadare o valichi montani da superare con gravi difficoltà, spesso alla mercè di briganti e assassini. I tracciati nel corso dei secoli vennero unificati, così d’assicurare itinerari più agevoli in grado di garantire oltre ad una relativa sicurezza anche un minimo di comodità all’interno di monasteri e ostelli in cui trovare ospitalità durante le brevi fermate, oppure anche soltanto osterie e locande ove rifocillarsi senza rischio di essere derubati o accoltellati. Tali vie della fede, nel corso degli anni furono utilizzate anche da mercanti e dai corrieri postali divenendo delle vere e proprie autostrade che si snodavano da Roma al Gran San Bernardo, in Svizzera, Francia, Spagna e Inghilterra. Intorno all’anno mille il tracciato che dal nord Europa conduceva a Roma, iniziò ad acquisire fama con il nome di via Francigena, con riferimento alla provenienza dal territorio dei Franchi e ricalcava la via Fulvia, l’antica via consolare romana, che da Torino portava verso il mare percorrendo le colline del Monferrato, attraversando la provincia di Asti e i borghi dell’Alessandrino.
Dichiarata nel 2004 dal Consiglio d’Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” al pari del cammino di Compostela, la Via Francigena del Piemonte è un percorso di 650 chilometri che la Regione Piemonte e l’ATL Turismo Torino e Provincia hanno preso in affidamento per la valorizzazione e promozione del suo patrimonio storico e culturale. Attualmente la via Francigena è facilmente fruibile dai pellegrini di oggi ma anche da escursionisti o semplici curiosi che possono approfondire piacevolmente la conoscenza del territorio. Il percorso è stato suddiviso in quattro: la via Francigena di Sigerico che attraversa il territorio Morenico Canavesano, la via Francigena della valle di Susa che comprende Monginevro-Arles, il tratto Torino-Vercelli e da Torino alla Liguria, attraverso i territori di Asti e Alessandria. Una esperienza da vivere in pieno, ripercorrendo passo dopo passo un vero e proprio viaggio alla scoperta di una realtà puntellata da numerose testimonianze artistiche e architettoniche, aree naturalistiche e paesaggistiche di rilievo ma anche dalla riscoperta dei sapori e del gusto.
Un’antica cucina sapientemente selezionata dai ricettari medioevali compone il “Menù del Pellegrino” basato su alimenti naturali legati alla stagionalità e al territorio, senza salse e grassi pesanti ma vario e gradevole che ne fa un complemento prezioso dal punto di vista nutrizionale. Piatti forti sono le zuppe: “l’adrej” con cereali ed erbette di stagione, “d’amon” con fave o castagne, “mitunà” con pane duro e toma; da non perdere le “bignette” verdi, fritatrine di cipolla e l’immancabile risotto del “viandante”. Proposto in 23 ristoranti tipici che s’incontrano lungo il percorso è parte integrante di una vera e propria avventura dell’anima e della tavola dove mediante dettagli studiati ad hoc, si rievoca l’atmosfera per vivere in pieno l’esperienza del pellegrinaggio.
Un’adeguata ed esaustiva descrizione della via Francigena piemontese è consultabile on line sul sito www.turismotorino.org/viafrancigena nel quale sono stati inseriti i 4 itinerari e tutte le descrizioni, le tracce gps e gli indirizzi utili. Il 4 maggio si terrà dal sesta giornata nazionale dei cammini francigeni, un’occasione da non perdere per provare l’emozione di una esperienza tutta da assaporare tra fede, cultura e gastronomia in ottima compagnia (www.retecamminifrancigeni.eu)