Ed. Ibiskos Ulivieri, 2010 – € 13,00
Paura, ribellione, speranze si mescolano in questo particolarissimo romanzo dalle tinte forti, di potente evocazione epica, con quadri narrativi realistici e fugaci intermittenze poetiche, a tratti molto intense, che si alternano con regolarità. Di difficile collocazione di genere, la storia – un sapiente mix di thriller, documento, romanzo sentimentale o realistico – può essere vista da tante angolature e letta in modo fortemente differenziato, a seconda della sensibilità e attitudine del lettore.
Al quale lettore, infatti, viene chiesto un continuo adattamento al punto di vista dei personaggi, che cambia spesso e repentinamente, anche se tutto alla fine confluisce in una lettura che, come si legge nel risvolto di copertina, è “la tensione fra il nulla e l’Assoluto”, la domanda senza risposta forse, la ricerca di un senso, la difficile scelta esistenziale e concreta di una “posizione” ideologica in senso lato. E al cambiamento del punto di vista si accompagna uno stile complesso, che con la sua coraggiosa rinuncia alla linearità della fabula (più comoda forse, ma meno pregnante e di certo più adatta al thriller ortodosso) origina un intreccio che si avvale, soprattutto nella seconda parte, di continui flashback, dal coraggioso taglio cinematografico. L’Estate moscovita; un imprenditore italiano che si trova, suo malgrado, ad assistere a un crimine, diventandone sempre suo malgrado, parte attiva, sia pure nella sua personale percezione dei fatti e nell’assenso coatto; il terrorismo, che si tinge di forte colore mistico e, come detto, epico; il cinismo di chi pensa solo a fare carriera; la droga e l’abbrutimento, conseguenti al disagio familiare e sociale; la fede cieca in quell’Uno che cambia solo nome, ma in nome del quale si finisce per compiere misfatti, progettare ordigni bellici e cercare la salvezza e la libertà attraverso la violenza. Ciascuno secondo il suo credo, e il bisogno di riscatto e di evoluzione. Incontro/scontro di civiltà, ansia di cambiamento, paura di qualcosa che forse solo l’Utopia accarezza con la sua mano incontaminata, ripulita dal sangue e scevra dai kalashnikov. E l’amore. Quello che spinge alla rinuncia, o che ti porta a vedere con altri occhi. A vivere altre vite, sia pure solo con la fantasia e le ali della fervida immaginazione.
Ci sono indimenticabili figure, fra i personaggi di questa storia inquietante e poetica, consumata fra torture fisiche, raggiri imprescindibili, sinfonie di messaggi e di emblemi. Khaskanova e Timur, nel fraterno idillio che li spinge a proteggersi reciprocamente e a tutti i costi; Svetlana, che pur nel baratro in cui è sprofondata difende la sua dignità e si fa scudo con le reminiscenze dell’infanzia e i paesaggi dell’anima; Claudio Franchi, sfuggente a ogni categoria, per un ruolo fintamente passivo.
Si consiglia la lettura del romanzo con calma e senza preconcetti. E il soffermarsi su ogni frase, anche quelle apparentemente solo descrittive, per carpirne i segreti semantici e simbolici.
Andrea Masotti dà prova di talento narrativo e profonda sensibilità. Il romanzo è stato variamente recensito. L’autore, nato nel 1953 a Bologna, medico, appassionato di storia, lettore attento e partecipe, collabora con riviste letterarie e ha ricevuto vari riconoscimenti sia per la poesia sia per la narrativa.
http://www.libriconsigliati.it/intrigo-sulla-moskova-di-andrea-masotti/
http://www.ibs.it/code/9788878415539/masotti-andrea/intrigo-sulla-moskova.html