SULPHUR AEON – Gateway To The Antisphere (Imperium)

Creato il 27 aprile 2015 da Cicciorusso

Non feci in tempo a parlare del debutto di questi ragazzoni tedeschi a titolo Swallowed By The Ocean’s Tide, targato 2013, ma vi consiglio comunque di recuperarlo. Se non altro per farvi un’idea di quanto i Sulphur Aeon siano passati dallo status di: ‘massì niente male‘ a quello di: ‘IA IA CHTULHU MANNAGGIACR*STO!’. Il tutto nell’arco di due anni.

Gateway To The Antisphere è per l’appunto il secondo full di questi devoti al culto dei Grandi Antichi ed è, stilisticamente, la maturazione definitiva di quella che è senza ombra di dubbio una delle realtà underground più riuscite ed interessanti di questa seconda decina degli anni duemila. Musicalmente siamo dalle parti di un death metal USA vecchio stampo, con un occhio di riguardo per i rallentamenti spaccacollo alternati a sfuriate più decise, il tutto senza perdere mai il focus sulla canzone, con melodie capaci di entrarvi nel cervello manco vi trovaste in mezzo ad un rituale per evocare Nyarlathotep, ottenebrati dai fumi degli incensi e da liquori di dubbia provenienza.

Ve lo ricordate l’articolo di qualche giorno fa sugli Alkaloid e i dischi da 70 minuti? Ecco, in coda a quell’articolo dissi che il disco dei Sulphur Aeon dura 40 minuti ma mi ero sbagliato perché ne dura poco più di 50. ‘Allora pure questo è ‘na rottura di coglioni’; e invece no, amici tentacolati e non. Gateway To The Antisphere è un rituale che scorre indisturbato per 50 minuti, ipnotizzandoti sul posto e scoperchiandoti il cranio per infilarci dentro realtà sul cosmo e il tempo che ti renderanno una persona diversa, più consapevole di quale sia davvero il tuo ruolo nel mondo. E fa tutto questo con un messaggio di una potenza devastante, i momenti più placidi saranno solo l’anticamera dell’inferno che fa puntualmente capolino (Titans) rovesciandoti addosso chorus da ripetere come mantra (Diluvial Ascension) e alla fine non potrai far altro che ripetere l’esperienza, e così succederà ancora ed ancora. Top album e pochi cazzi. Ora scusate ma devo prendere un treno, ci si vede ad Innsmouth.



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