Nelle giornate dell’11 e del 12 giugno si è tenuta a Reggio Emilia la Summer School internazionale Diversity at Work, organizzata dal Comune di Reggio Emilia, dalla Fondazione Mondinsieme e dall’associazione DarVoce con la collaborazione di diversi partner internazionali.
Dal confronto con un territorio che ha come nota caratterizzante, specie negli ultimi anni, lo sviluppo delle competenze interculturali e la valorizzazione della diversità, nasce l’ennesimo progetto “Diversity at Work: la diversità come vantaggio”. Il progetto è stato attivato con il supporto del programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea.
La “summer school internazionale” è stata strutturata in due giornate aperte al pubblico, di lavori e seminari; la prima giornata si è aperta con le introduzioni istituzionali ed una sessione planetaria al fine di contestualizzare e presentare il tema chiave del progetto, ovvero la diversità come vantaggio.
La seconda giornata, invece, è partita con quattro seminari tematici intensivi sul rapporto fra diversità culturale e quattro diversi contesti professionali: le istituzioni, l’educazione, la sanità e il settore imprenditoriale.
L’immigrazione che in Italia come nel resto d’Europa sta cambiando il volto della nostra società, necessita di attenzione e di impegno, in particolare da parte delle istituzioni decisionali sia pubbliche che private preposte. È stato proprio questo uno dei temi principali del progetto. Nonostante la popolazione si stia sempre più diversificando la rappresentanza di queste diversità soprattutto nei luoghi decisionali resta ancora bassa. Il progetto europeo in questione ha cercato di rimediare a questa mancanza coinvolgendo oltre che Mondoinsieme e Dar voce, anche organizzazioni pubbliche e private provenienti da Londra, Lussemburgo, Berlino e Copenaghen, solo per menzionarne alcuni.
Mondinsieme e Darvoce sono due realtà territoriali di Reggio Emilia, volte a favorire il cosiddetto dialogo interculturale, l’integrazione condivisa fra italiani e stranieri e diverse attività educative. Darvoce in particolare si occupa di volontariato e di servizi che offre in modo gratuito al territorio.
Un’ulteriore priorità di tale iniziativa è stata l’aumento di consapevolezza dei vantaggi in termini soprattutto economici derivanti dalla diversità culturale sul luogo di lavoro.
La diversità è assolutamente il futuro dell’Europa e di conseguenza la gestione e la valorizzazione della diversità deve divenire una priorità dei pubblici poteri. A questo scopo sicuramente la partecipazione di queste realtà nel potere decisionale sarà il propulsore del nostro futuro.
Le differenze non necessariamente sono barriere ma possono essere un ponte. Siamo noi che decidiamo come vivere queste differenza. Abbiamo due modelli fra loro molto diversi: un ipotetico primo modello, nel quale troviamo mediocrità, instabilità, differenze e una conseguente crescita lenta…”separati in casa”. Oppure abbiamo un’altra alternativa sintetizzata nel secondo modello: “win-win” come dice il professore Bruno Cianci. Nessuno deve perdere, quindi in questo modello troviamo solo innovazione, creatività, produttività e voglia di futuro. La diversità diventa così la chiave del successo in una società multiculturale come la nostra.
Ma per raggiungere la consapevolezza del “diversity advantage”, una cosa essenziale è lo sviluppo delle competenze culturali della comunità, perché le differenze sono un grande vantaggio.
Dunque essenziale è costruire un ponte fra le diversità per migliorare e migliorarsi in senso positivo perché le differenze non sono negative, ma al contrario una prerogativa delle società che guardano al futuro.
Come accennato prima, i seminari di approfondimento sono stati rispettivamente quattro: Seminario A: diversità culturale all’interno degli organi decisionali; Seminario B: diversità culturale nell’ambito socio-sanitario; Seminario C: diversità culturale nel settore imprenditoriale; Seminario D: diversità culturale nell’educazione.
Personalmente ho deciso di partecipare al seminario B dove si è parlato dell’inclusione della diversità nelle strutture socio-sanitarie del territorio di Reggio Emilia come vantaggio nell’analisi dei bisogni e nell’offerta di adeguati servizi. Tuttavia nella sessione planetaria finale ci sono stati restituiti i risultati finali di tutti i seminari. Le due giornate si sono concluse con un dibattito e la condivisione delle rispettive conclusioni.
Dunque ricapitolando gli obbiettivi di tutto il percorso sono stati: capire il vantaggio della diversità nell’ambiente lavorativo, perché esso porta aumento di produttività, creatività e progresso. Capire la necessità di rafforzare e sviluppare competenze interculturali nelle imprese. Comprendere la necessità di una reale inclusione di tutti, straniero e non nei processi della nostra comunità. Scambiare ed apprendere temi correlati all’interculturalità e multiculturalità transnazionale e infine stimolare la continuità e la nascita di nuovi progetti a livello soprattutto locale.
In quest’ottica, del cultural diversity advantage, abbiamo capito che la tolleranza non è abbastanza ma che abbiamo soprattutto bisogno di costruire un’identità comune annullando le differenze, che pur riconosciamo. Per esempio assolutamente no all’avvio di percorsi privilegiati per determinati gruppi anche se minoranze, perché anche le minoranze sono parte integrante del territorio. Riconoscere che la diversità è più utile per tutti dell’omogeneità ci porterà a vivere una reale inclusione di tutti nel processo educativo, economico e culturale del paese tutti aspetti importanti per la città del futuro, Reggio Emilia.
Written by Amani Salama
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