Quanto fosse personaggio e quanto profondamente credesse nel suo sistema di pensiero e di vita è un mistero destinato a rimaner tale. Herman Poole Blount, nato a Birmingham, Alabama, nel 1914 (sempre che non sia vera la provenienza da Saturno), ivi morto nel 1993, dal 1952 registrato all’anagrafe col nome di Le Sony’r Ra, ma universalmente noto come Sun Ra, è stato comunque uno dei pochi grandi jazzisti ad aver attraversato da protagonista le fasi più salienti dell’avanguardia jazz, dalla Chicago degli anni cinquanta in poi. Organista e pianista, compositore e orchestratore, poeta e mistico, fu tra i primi ad introdurre tastiere e bassi elettrici negli organici jazz. Pioniere anche nell’utilizzo di sintetizzatori, Sun Ra ha anticipato e influenzato correnti come il Free-jazz, la Great black music, la Psichedelia, il Jazz-rock, la Fusion e la World music. Accanto alla sperimentazione più radicale e aperta, un continuo rituffarsi nella tradizione più genuina del jazz orchestrale. Il tutto vestito di una narrazione complessa e immaginifica, basata su una filosofia mistica che univa antico Egitto, Kabbalah, ordini di cavalieri medievali, logge segrete, teosofia, identità afroamericana e ufologia. Il presupposto da cui partiva questo sistema mistico-filosofico era l’appartenenza di Sun Ra a una stirpe di angeli provenienti da Saturno.
Dopo l’apprendistato nella città natale e le peripezie (anche carcerarie) dovute alla sua obiezione di coscienza di fronte alla chiamata alle armi per la II Guerra Mondiale, si trasferì a Chicago nel 1946, per intraprendere la carriera di musicista professionista, entrando nell’orchestra di Fletcher Henderson. Due anni più tardi suonò in trio con altre due leggende della Swing-era, Coleman Hawkins e Stuff Smith. Dall’inizio degli anni cinquanta, sempre a Chicago, dopo aver cambiato ufficialmente il nome, iniziò ad elaborare la sua concezione musicale e il suo universo rappresentativo. Sun Ra divenne il polo di attrazione attorno al quale gravitava una comunità mutevole di giovani musicisti, teatranti e circensi, chiamata Arkestra e destinata a continuare il discorso mistico-musicale di Sun Ra ben oltre la morte del maestro, avvenuta nel 1993. Già dalla fine degli anni cinquanta, l’Arkestra iniziò ad utilizzare, per le esibizioni live, costumi ispirati all’antico Egitto con influssi legati alla cultura dell’Africa nera e all’immaginario cosmico. In questi anni, per poter gestire autonomamente la propria attività discografica, fondò una casa indipendente, la El Saturn records, distribuendo i propri lavori durante i concerti o per mezzo di canali alternativi. Al periodo di Chicago appartengono alcuni album fondamentali nella discografia di Sun Ra, come Super-sonic jazz e The Nubians of Plutonia.
All’inizio degli anni ’60, l’archeogalattico musicista si trasferì a New York, città che, proprio in quegli anni, era scossa dalla rivoluzione free-jazz (definizione che, seppure sempre rifiutata da Sun Ra, in quanto fautore di una musica ponderata nei minimi particolari, indubbiamente è calzante per il suo inconfondibile stile musicale). Il periodo newyorkese fu caratterizzato da un costante arricchimento dell’organico, con ricorso a strumenti inconsueti e all’elettronica più aggiornata, e della componente scenografica. Proprio la prorompente teatralità colorata e lo stile di vita comunitario, parallelamente alla musicalità così fuori dagli schemi, esercitarono un influsso sulla nascente scena del rock psichedelico. Anche dei pionieri del rock duro come gli Mc5 non mancarono di fare riferimento a Sun Ra nella loro produzione. Tra le incisioni discografiche di questo periodo da ricordare i due volumi di The Heliocentric worlds of Sun Ra, The magic city e Atlantis.
Nel decennio successivo, Sun Ra e la sua variopinta e funambolica Arkestra si trasferirono a Philadelphia. Nel 1971 gli archeogalattici musicisti e teatranti fecero la loro prima tournée in Egitto, dove ritornarono negli anni ottanta. La loro musica si fece più di maniera, rimanendo comunque sempre nel solco della continuità della fusione degli elementi che l’avevano caratterizzata negli anni di Chicago e New York. Di questo periodo sono gli album Space is the place (titolo ripreso successivamente per un film documentario), Lanquidity e Disco 3000. Sempre negli anni settanta, Sun Ra si avvicinò al mondo di Walt Disney e alla sua capacità di legare le immagini e i colori alla musica; un avvicinamento che produsse una versione di Pink elephants on parade. Nel 1986 ci fu l’incontro con l’avanguardia colta di John Cage, sfociato nell’album John Cage meets Sun Ra. Nonostante i problemi cardiaci, l’eccentrico musicista continuò la sua attività fino ai primi anni novanta, prima del suo definitivo ritorno a Saturno, nel maggio del 1993, lasciando alla sua Arkestra, tuttora in attività, il compito di portare avanti la sua opera apostolica.