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Domenica 9 maggio 2010 ore 16.
Ultima giornata del campionato di calcio inglese più conosciuto come Premier League.
Chelsea contro Wigan.
Io c’ero. Non potevo assolutamente mancare. Ero stato ad agosto alla prima di campionato stagione 2009/2010 con l’esordio di Mister Ancelotti alla guida dei miei blues e nel giorno nel quale poteva coronarsi il sogno per il Chelsea di vincere la Premier League, in virtù di quel punto di vantaggio prima dell’ultima giornata sui rivali del Manchester United, volevo e dovevo essere lì. Nulla mi poteva fermare così come ha decretato il mio amico Umberto al rientro.
Si erano messe contro di me la cenere della nube vulcanica islandese che aleggiava fantozzianamente sopra i cieli europei e una microfrattura a una costola prodottami al supermercato per un banale movimento col carrello della spesa.
L’ho messa in saccoccia al vulcano (citazione del mio amico Lucio) scampando sia all’andata che al ritorno la cancellazione del volo e ho stretto i denti per i dolori di movimento al costato.
Partita spettacolo del Chelsea che ha vinto per manifesta superiorità per 8 reti a zero. All’andata il Wigan aveva vinto per 3 reti a una ma questa volta non c’è stato verso di fermare la marea blu che avanzava per vincere, dopo l‘era Mourinho, un altro campionato. Dopo il secondo goal sono partiti i canti (tra le altre anche canzoni dei Madness e dei Clash) che per tutta la durata del resto della partita hanno coinvolto ognuno (me compreso) degli spettatori tifosi presenti.
Un vero delirio. Un fantastico giorno. Un pomeriggio da brividi. Un’emozione continua.
Arrivato a Londra sabato sera con un volo Ryanair, il tempo di mangiare piccole specialità indiane nella zona del mio hotel (King’s Cross) e via di underground sulla Piccadilly Line (quella blu) per acquistare nel centralissimo Lillywhite’s la nuova maglietta (valida per il campionato 2010/2011) della mia amatissima squadra. Ero pronto per la giornata di domenica come un vero tifoso dei blues. Arrivato allo stadio, il solito incontro con Mister Gary Staker per la consegna del biglietto (assolutamente introvabili per questa partita) e poi subito nella mischia dei supporters del Chelsea. Apprensione per i primi minuti di gioco dovuta al fattore psicologico di dover necessariamente vincere la partita e poi un crescendo straripante di goals.
Il resto è stata una continua festa proseguita a fine partita all’esterno dello stadio con fiumi di birra e con canti celebrativi. Sono stato fortunato in questa fuga sportiva londinese .
E poi un lunedì a zonzo per la città che ormai “la” cammino senza guida cartacea alla ricerca di novità (qualche piccolo acquisto) e di idee sempre in costante movimento e cambiamento. Londra è così sempre accesa, viva, colorata, sentita, esaltante. Da inizio maggio (per un breve periodo) ad ogni angolo di strada ci sono statue di elefanti asiatici in resina firmate da designer e artisti locali per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro salvaguardia.
E’ stato divertente fotografare a più non posso questa Elephant Parade.
L’aria che si respira a Londra è sempre quella gioiosa di festa (naturalmente per il turista), con le sue solite mete e tradizioni alle quali non riesco e non riuscirei mai a rinunciare così come le specialità gastronomiche inglesi che spaziano dalla corroborante colazione (breakfast) a base di uova bacon burro salato e marmellata d’arancia fino al rito del fish & chips (questa volta ho provato il Rock & Sole Place leggermente più caro del mio fidato Golden Hind ma pur sempre di una qualità ineccepibile e di una bontà infinita) intervallando il tutto con un afternoon tea (Royal Blend accompagnato da fantastici scones) nella sala del Fountain Restaurant di Fortum & Mason in Pccadilly Street. A me piacciono molto anche i buffet nella zona Chinatown intorno a Leicester Square con i quali si possono assaggiare prelibatezze asiatiche a prezzo veramente contenuto). Insomma un lungo meraviglioso weekend nella capitale del Regno Unito con la gioia di aver vissuto una straordinaria domenica “blue” ricca di emozioni brividi e … goals. Ora mi auguro di vivere un prodigioso sabato (15 maggio 2010) seduto sul divano di casa davanti alla televisione per visione della finale di Coppa d’Inghilterra che ci permetterebbe battendo il Portsmouth di vincere uno storico “double”.
Utilizzo queste ultime righe per ringraziare il mio amico Umberto che per tutta la durata del soggiorno ha monitorato l’andamento del vulcano islandese incoraggiandomi costantemente; tutto lo staff della Radiologia del mio Poliambulatorio nelle persone di Monica, Giusy, Fabrizio, Dott.ssa Margari per la cortesia e gentilezza mostrata nei miei confronti nei giorni precedenti la partenza per il fastidio della microfrattura; la Dott.ssa Goggia della Fisiatria (con la quale condivido spesso racconti di viaggi) per le indicazioni e attenzioni mediche; le infermiere Silvia e Patrizia per le iniezioni di Muscoril per attenuare il mio dolore costale e Mister Gary Staker del Chelsea per la cordialità e i favori che mi concede. Ringrazio inoltre il megastore Apple di Regent Street per avermi dato la possibilità di utilizzare gratuitamente Internet in una delle loro (ce ne sono a decine) postazioni..
Periodo del viaggio : 8-11 maggio 2010.
Post’s song : “Blue is the colour” by Chelsea Supporter
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