Suns di fronte al loro tabù: gli Spurs

Creato il 03 maggio 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

Dal 2003 si sono incontrate nella post season per quattro volte e il risultato è sempre stato lo stesso: vittoria Spurs. Che fosse primo turno o finale di Conference poco cambiava, il trio Duncan-Ginobili-Parker aveva sempre la meglio su Phoenix, ne è nata una rivalità vera anche con alcuni capitoli spiacevoli (il colpo di Horry a Nash e la conseguente rissa che ha tenuto fuori alcuni importanti giocatori di Phoenix nelle gare decisive) ma quest’anno i Suns vogliono sfatare questo tabù per centrare un risultato che ad inizio stagione pareva insperato, ma che a questo punto è alla portata di Nash e compagni: la finale della Western Conference.

Phoenix ha superato Portland dopo sei partite, rischiando solamente all’inizio con la sconfitta casalinga in gara 1, da li in avanti la squadra di McMillan non è riuscita a trovare il modo di fermare la corsa dei Suns che con Alvin Gentry in panchina, è tornata a giocare nello stile “D’Antoni”, quello cioè che meglio si addice a giocatori come Nash, Richardson, Stoudemire. Dopo essere arrivati sul punto dell’implosione, fino alla chiusura del mercato Amar’e è rimasto nella lista dei partenti e il GM Kerr ha cercato di piazzarlo ovunque, la squadra si è ricompattata attorno al suo leader naturale: Steve Nash; il playmaker canadese sta giocando in maniera celestiale e a colpire non sono di certo i 15 punti di media, ma quanto i 9.8 assist che hanno rimesso in gioco giocatori che si pensavano finiti, uno su tutti quel Jason Richardson che nei playoff sta viaggiando a 23.5 punti, 6.8 rimbalzi, 52.7% dal campo, 51.2% da tre e 80.8% ai liberi! E’ lui la chiave della serie, è lui che può spostare gli equilibri di questa squadra.

La bestia nera dei Suns sono texani e nell’ultimo decennio NBA hanno formato una dinastia dominando in lungo e in largo. Tutti pensavano che gli Spurs fossero in un lento ma inesorabile declino, più che giustificato per come è strutturata l’NBA, e invece eccoli ancora qua, in semifinale di Conference, dopo aver eliminato in sei partite Dallas, che per quasi tutti gli addetti ai lavori erano i più temibili avversari per i Lakers. Attorno al solito quartetto (oltre ai tre giocatori ci inseriamo anche Popovich!) è stata costruita una squadra solida, che basa tutto il suo gioco su regole fisse che però funzionano da almeno dieci anni, ma con alcuni giovani pescati qua e là al draft, sempre con scelte molto indietro, capaci di dare nuova linfa.
George Hill è senza dubbio uno di questi e molto probabilmente partirà ancora lui in quintetto base mentre Parker uscirà dalla panchina per cambiare il ritmo della gara; un altro giovanissimo è Totò McDyess… ah no, ha 35 anni! Rigenerato dopo i tantissimi infortuni, per lui questa potrebbe essere veramente l’ultima speranza dopo esserci andato vicinissimo con Detroit ma senza riuscirci, con Dallas ha giocato in maniera perfetta.

Giusto per il mero desiderio di farmi deridere quando sbaglierò, dico il mio pronostico: 4-2 Suns, quest’anno ce la fanno!


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