Dopo un anno di magra per gli early adopters di PS4 e Xbox One, cresce sempre più l’attesa per i titoli in uscita a cavallo tra la fine dell’anno corrente e i primi mesi del 2015. A far parte della folta schiera di titoli in questione vi è certamente Sunset Overdrive, esclusiva Microsoft sviluppata, curiosamente, dai ragazzi di Insomniac Games, software house storicamente legata al marchio PlayStation con brand come Spyro, Resistance e, soprattutto, Ratchet and Clank. Visto quindi l’imminente arrivo sugli scaffali del folle titolo, lo abbiamo giocato in anteprima e vi proponiamo la nostra recensione.
In Sunset Overdrive tutto comincia durante i festeggiamenti per il lancio dell’overcharge, un nuovissimo e attesissimo energy drink della Fizzco, che si rivela essere dannoso a tal punto da trasformare chi lo beve in un vero e proprio abominio che prende il nome di od. Noi vestiremo i panni di un semplice ragazzo che, nel bel mezzo della festa, si ritroverà a dover scappare e sopravvivere in una città non proprio sicura e piena zeppa di minacce, tra cui la stessa Fizzco che ha ormai isolato Sunset City. Durante la ricerca di una via di fuga incontreremo svariati personaggi e gruppi di sopravvissuti, tutti piuttosto esilaranti ed “estremi” sotto alcuni punti di vista. Purtroppo però non tutti funzionano allo stesso modo e in alcuni momenti il livello di comicità del titolo tende a calare, così come la trama in generale nelle fasi avanzate del gioco. Molto divertente è poi la rottura della cosiddetta quarta parete, che vede il nostro protagonista – personalizzabile sotto tantissimi aspetti – essere pienamente consapevole di trovarsi all’interno di un videogioco, con tanto di momenti in cui si rivolge direttamente al giocatore. Questo elemento è incastrato in maniera eccellente all’interno della trama e riesce praticamente sempre a strappare una risata, viste le situazioni completamente folli che si presentano.
Il gameplay del titolo rappresenta però la parte più curata e interessante, infatti siamo di fronte ad un action/shooter in terza persona in un mondo completamente esplorabile e, cosa più importante, in cui è possibile fare un numero imprecisato di acrobazie su qualunque oggetto a schermo. Il nostro eroe infatti potrà “agganciare” con la pressione del tasto X qualsiasi cavo, sporgenza o altro per grindarci sopra in modo tanto divertente quanto surreale. Proprio per questo la colorata Sunset City è letteralmente infestata da oggetti sui quali rimbalzare, cavi, binari e tanto altro che permettono, con un po’ di pratica, di spostarsi in maniera assolutamente fluida da una parte all’altra, visto e considerato che potrete grindare anche sull’acqua come dei moderni Gesù (sì, avete capito bene). Tutte queste possibilità in termini di movimento non sono però fini a se stesse, infatti va tutto ad allacciarsi perfettamente con la componente shooter del titolo. In alto a destra dello schermo ci sarà in bella vista un indicatore che crescerà man mano che effettueremo salti, rimbalzi e sezioni di grinding, sbloccando progressivamente i perk equipaggiati. Questo significa che all’inizio attiveremo l’abilità legata al corpo a corpo, poi quella legata alle armi e così via, fino a poterle utilizzare tutte fino a quando non faremo ritornare a zero il contatore. Ovviamente essere in perenne movimento risulta fondamentale anche durante i combattimenti, sia contro gli od che contro gli scab, ovvero i poco amichevoli saccheggiatori. Rimanere fermi durante le situazioni più concitate si traduce in morte certa, mentre eliminare gli avversari durante un salto piuttosto che mentre si sta grindando su di un cavo risulta essere molto più gestibile, anche perché mirare con le armi rallenterà la nostra corsa sulle sporgenze. Va comunque specificato che non sarà possibile mirare nel senso più classico del termine poiché il titolo è estremamente arcade e non prevede colpi alla testa o altri elementi tipici degli sparatutto in terza persona. I nemici verranno infatti agganciati automaticamente non appena il nostro mirino si troverà nelle vicinanze dell’avversario e, come detto sopra, mirare servirà quasi esclusivamente a gestire con più calma la situazione durante il grinding.
STRUMENTI DI MORTE… ALTERNATIVICome avrete sicuramente potuto apprezzare dai vari trailer rilasciati sino ad oggi, l’armamentario di Sunset Overdrive è veramente fuori dagli schemi, infatti ad eccezione di un paio di bocche da fuoco più tradizionali, ci troveremo ad impugnare stramberie di ogni genere, come uno spara orsetti esplosivi, un lancia elicotterini d’assalto e una sorta di fucile a pompa con le palle, nel vero senso del termine. Le armi verranno progressivamente sbloccate da Two Hat Jack, simpatico rivenditore che ci darà le sue armi in cambio di qualche lattina di overcharge. Ciascuna delle otto armi equipaggiabili potrà salire di livello, il che non solo ne migliorerà le caratteristiche, ma ci permetterà di associare una serie di perks alle nostre armi. Purtroppo però la gestione di questi modificatori risulta piuttosto caotica, ci ritroveremo a gestirne un enorme quantitativo visto e considerato che tra quelli delle armi, quelli legati al moltiplicatore e quelli perennemente attivi ci sarà un bel po’ da fare e i menu non sono certo d’aiuto.
Il completamento della storia vi richiederà non più di dieci ore, ma nonostante la sua durata non sia particolarmente lunga possiamo ritenerci piuttosto soddisfatti. Se escludiamo infatti un paio di sezioni piuttosto ripetitive, va detto che i ragazzi di Insomniac sono riusciti ad aggiungere in ogni missione un pizzico di varietà in grado di non annoiare a morte il giocatore, pagando dazio solo nella parte finale; basti pensare all’introduzione di vere e proprie sessioni da tower defense, in cui bisognerà piazzare trappole e difendere delle postazioni in maniera molto simile a quanto visto in un Orcs Must Die. Abbastanza deludenti le pochissime boss fight, che compensano la loro povertà dal punto di vista del gameplay con il loro essere piacevolissime da vedere su schermo (divertentissima la famosa sessione nel luna park vista all’E3). Se comunque non doveste essere soddisfatti dal solo completamento della campagna, potete allora stare tranquilli. Sunset City offre infatti una gran quantità di missioni secondarie (utilissime per sbloccare ulteriori elementi per la personalizzazione del personaggio), sfide a tempo, sfide acrobatiche e basate sul punteggio, senza contare i numerosi collezionabili utili per l’acquisto di nuove abilità.
Per gli amanti del multiplayer è disponibile anche una modalità cooperativa con supporto fino ad otto giocatori, ovvero la Chaos Squad. In questa modalità dovremo affrontare una serie di mini obiettivi che vanno dall’eliminazione dei nemici in una data area all’attivazione di pannelli, con la possibilità di votare la missione successiva tra una più complessa e una più semplice. Una volta ottenuto un livello di caos adeguato, bisognerà affrontare una breve sezione a mo’ di tower defense, al termine della quale, in base alle vostre prestazioni, otterrete dei premi che potrete utilizzare nel single player. Non manca ovviamente il supporto alle classifiche online, con la possibilità di confrontare i punteggi non solo delle sfide, ma anche dei livelli della campagna single player, tutti rigiocabili in qualsiasi momento.
Dal punto di vista tecnico siamo davanti ad un titolo solo discreto. Non si può certo dire che Sunset Overdrive sia un titolo che spinga al massimo l’hardware di Xbox One e, soprattutto, in grado di offrire particolari caratteristiche che rendano il titolo davvero next-gen. Il vero punto forte è però la direzione artistica, infatti il gioco risulta gradevolissimo agli occhi, con una mappa e personaggi che sprizzano colori da ogni pixel e azzeccati dal punto di vista estetico. A questo proposito va dedicata una piccola parentesi alle favolose animazioni di respawn dopo ogni morte, le quali citano in maniera molto ironica svariati film e videogiochi. Una delle caratteristiche più riuscite è infine il comparto sonoro, che accosta ad un discreto doppiaggio interamente in italiano una colonna sonora bellissima, composta sia da brani inediti che da già esistenti.