Ho una bruttissima sensazione; qualcosa che solo una donna può capire, perché gli uomini – bontà loro – problemi di questo tipo non ne hanno.
E’ una cosa molto sottile.
E’ il sentire a pelle che hai un trattamento diverso solo perché sei donna.
Che vali di meno perché sei donna.
O forse è solo una questione di stare sui coglioni a qualcuno.
Ok, mi piacciono le imprese impossibili: settimana prossima avrò un’occasione più unica che rara, in orchestra, per dimostrare cosa sono in grado di fare.
E non ho nessuna intenzione di lasciarmela scappare.
Anche se ho solo sette giorni di tempo per imparare una cinquantina di partiture.
Anche se so che suonare con la rabbia addosso è uno dei modi peggiori di suonare.
Il mio vecchio e saggio Maestro non si stancava di ripetermelo: bisognerebbe sempre suonare con un bel sorriso stampato in viso. Con la gioia di suonare che ti esce dagli occhi, con un atteggiamento di amore che è l’essenza stessa della musica.
Caro Maestro, il sorriso non mi mancherà, promesso.
Ma non permetterò a nessuno di mettermi in un angolo.
Nemmeno a me stessa.