Athletissima fa rima con classicissima. Il meeting di Losanna è uno dei clou della stagione dell’atletica leggera. Undicesima tappa della Diamond League. Il primo appuntamento dopo i Giochi Olimpici. Imperdibile. Non potevano che essere presenti tutti i migliori del Mondo tra cui ben sei trionfatori di Londra.
I più attesi non potevano che essere Usain Bolt e Yohan Blake. Non uno di fronte all’altro, però. Per quest’anno non si fronteggeranno più testa a testa. Appuntamento per il 2013. Oggi la leggenda vivente era impegnato sui 200m; la Bestia, suo eterno rivale, contento per i due argenti olimpici, futuro uomo più veloce del pianeta, si cimentava sui 100m. La replica a Zurigo tra una decina di giorni, per poi invertirsi le parti nella conclusione della Diamond League in programma a Bruxelles per metà settembre.
Confronto a distanza, quindi. Ai punti la spunta il vicecampione che ha davvero impressionato. Il suo sprint è regale: bellissima uscita dai blocchi, macchina messa in moto velocemente, stupenda accelerazione nella parte centrale, spalle sempre belle avanti, ultimi 20 metri in grande spinta per chiudere con uno strepitoso 9”69. Seconda miglior prestazione stagionale dietro solo al 9”63 a cinque cerchi del compagno di allenamenti. Terzo crono all time, dietro solo al record del mondo e al record olimpico del connazionale, secondo uomo più veloce di sempre con lo stesso tempo di Tyson Gay (fatto registrare a Shanghai nel 2009) che oggi gli arriva dietro con un buon 9.83 dopo l’amaro quarto posto londinese. Lo stesso con cui Bolt vinse l’oro a Pechino. Per un ragazzo che quattro anni fa guardava i big al televisore della sua High School…
Usain gli fa i complimenti, lo abbraccia, scherza un po’ con lui poi si presenta sui blocchi di partenza. Imita di suonare una chitarra. Guascone, simpatico, diverente. L’uomo marketing, quello che gli sponsor vogliono. Non finisce qui. Sì, stasera non farà il fenomeno fino in fondo ma non ha difficoltà a stampare un ”tranquillo” 19.58. Avvio macchinoso, curva cauta, poi una bella distensione, falcata in controllo, non spinge fino al traguardo, guarda il cronometro prima di concludere la prova e voilà. Alle sue spalle un ottimo Churandy Martina che col suo 19.85 fa registrare il nuovo record nazionale olandese. Lui originario delle Antille, assorbite dalla madrepatria a inizio anno come territorio d’oltreoceano.
Stupenda gara del salto in alto maschile. La migliore in assoluto nella disciplina negli ultimi quindici anni. In tre a giocarsi la vittoria a 2.39. Il top dell’evento è stato qui, in pedana. Ivan Ukhov, il russo che quattro anni fa si presentò allo stadio totalmente ubriaco dopo una delusione d’amore e fischiato dal pubblico, oggi ha ricevuto uno scroscio di applausi dopo aver trionfato a Londra. Quante cose cambiano. Grande protagonista insieme ai due bronzi in terra d’Albione: il britannico Robert Grabarz e il qatariota Barshim Ahmed. Il ventunenne non finisce più di stupire e ormai ha la stoffa del vero campione. La promessa è sbocciata definitivamente. Con una prova di carattere supera la fatidica asticella al secondo tentativo. Lo fa con una bella rincorsa e con un’inarcatura spettacolare, frutto della sua enorme agilità e della sua favolosa struttura longinea che lo avvantaggia enormemente. Un po’ fortunato visto che la tocca, ma insomma siamo di fronte a un ragazzo che segnerà questa specialità in futuro. Intanto nuovo personale (era fermo a 2.35), record del meeting, record nazionale e record asiatico eguagliato… Il campione non è riuscito a rispondere con una delle sue zampate e ha sbagliato tutti e tre i tentativi alla misura, dopo esser stato praticamente perfetto per tutto il concorso. Idem per Grabarz che chiude terzo per il maggior numero di errori complessivi. Domenica la rivincita a Birmingham. Chissà se voleranno ancora più su… Non si toccano i 2.40 da dodici anni (Voronin)!
Tutti aspettavano Aries Merritt per il record del Mondo sui 110hs. Lo statunitense era sbarcato in Svizzera motivato, concentrato. Già due giorni fa era sceso in pista per prenderne le misure. Teso come una corda di violino per l’appuntamento della vita: battere il 12.88 del cubano Robles. A Londra si era avvicinato con 12.92. “Se c’è il vento giusto…” aveva fatto intendere, bellicoso più che mai. Niente da fare. Sui blocchi va in confusione, sente la pressione e per la troppa foga commette partenza falsa! La delusione si impadronisce del corpo del ventisettenne e di tutto lo stadio che è incredulo. La gara va al connazionale Richardson con un non eccezionale 13.08.
Kirani James ha detto che il suo segreto è mangiare tanto pesce, cotto o fritto non fa differenza. Ne deve avere mangiato parecchio perchè l’atleta di Grenada, oro a Londra, domina con un formidabile giro di pista in 44”37 e una sapienza da veterano nel distribuire lo sforzo. Splendido 100 metri con Carmelita Jeter che, in rimonta, si butta sul traguardo anticipando di un nulla Shelly-Ann Fraser-Pryce: stesso crono, 10”86, ma la statunitense ha un pezzettino di spalla più avanti della giamaicana, che lunedì sera ha festeggiato l’oro olimpico con un festone sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro.
Nel peso femminile, al solito, domina Valerie Adams: la neozelandese, due volte campionessa olimpica e tre volte iridata, parte subito in testa con 20.73 e allunga con un ultimo lancio a 20.95, un divario abissale sulla seconda classificata, la statunitense Michelle Carter (19.60); male Chiara Rosa, l’unica azzurra presenta a Losanna, ultima con 16.98.
stefano.villa@olimpiazzurra.com
(foto Afp)
OA | Stefano Villa