Come si può guidare uno dei campionati più competitivi d’Europa e al tempo stesso sprofondare in ultima posizione in Eurolega? La storia dell’Unicaja Malaga, stagione 2014-2015, racconta di una marcia trionfale nella Liga ACB, coronata da un primo posto solitario con un record di 15 vittorie e 3 sole sconfitte, ma di un tonfo clamoroso nel massimo torneo continentale. La formazione di coach Joan Plaza, in carica dal 2013, naviga in ultima posizione nel gruppo F a zero punti, sopraffatta da cinque sconfitte subite nelle Top-16.
La sconfitta interna rimediata contro il Fenerbahce certifica la situazione di un team che se in campionato impressiona per rendimento, in Europa appare un pesce fuor d’acqua, sbranato dai predatori. Superata la prima fase sul filo di lana, con un record di quattro vittorie e sei sconfitte, Malaga ha confermato i suoi limiti nelle Top-16, subendo pesanti stop contro Olympiakos, Cska Mosca e anche EA7 Milano. I bianco-verdi, in Europa, pagano un roster non abbastanza profondo e privo di elementi capaci di spostare gli equilibrio in un palcoscenico cosi ambizioso. Ormai priva di speranze di accedere alla fase successiva, la compagine che nel 2007 approdò alle Final Four, ha spostato gli obbiettivi sul campionato nazionale, cercando di bissare il trofeo vinto nel 2007.
Se confrontiamo i numeri delle rispettive competizioni il divario è impietoso. Nel campionato Acb Malaga viaggia a 82 punti di media segnati, terzo miglior attacco, mentre in Europa si ferma a soli 68. Nella massima competizione continentale solo contro l’Efes gli spagnoli sono riusciti a giocarsi la vittoria sino all’ultimo possesso, mentre contro Cska e Fenerbahce hanno incassato un netto ko. Il roster a disposizione di Plaza, annovera giocatori di qualità ed esperienza, ma privi della leadership appartenuta alle superstar. Stefan Markovic, playmaker serbo classe 1988, protagonista con la nazionale al Mondiale Spagnolo in estate, viaggia a rilento, confezionando 4.5 punti, mentre il centro Fran Vazquez, vincitore di un’Eurolega con la maglia del Barcellona nel 2010, non ha mai confermato le pesanti attenzioni promosse dagli estimatori oltre oceano.
E anche Jayson Granger, guardia uruguaiana, vero leader degli spagnoli, sta faticando in Europa, producendo 8.3 punti e 3.8 assist per partita, cifre pallide se rapportate al fatturato della lega Acb che parla di 11 punti e 6 assist. Tradito dai suoi fedelissimi coach Plaza non ha trovato contributo neanche da Carlos Suarez, 5 punti, dall’ex sassarese Caleb Green, 6 punti, e da Mindaugas Kuzminskas, 10 punti ma ancora troppo acerbo per prendersi il comando.
Le ragioni della metamorfosi di questa squadra rimane difficile da decifrare, tanto bella e vincente in campionato, tanto arrendevole e rassegnata in Europa. Resta il gap tra le due competizioni, troppo differenti per affrontante con la medesima strategia, e la conferma che in certi palcoscenici, senza campioni, non si può recitare.