Magazine Cinema
Visto in tv.
Che tempi la prima metà degli anni ’90! Avevano il gusto per l’eccesso degli anni ’80 e la spavalderia dei nineties; e poi andavano matti per i dinosauri. Solo da un periodo del genere poteva nascere l’idea di portare al cinema un videogioco tra i meno trasportabili di sempre; Super Mario appunto, e metterci pure dei dinosauri.
Quindi il sig Mario Mario è un idraulico di New York (evidentemente italoamericano) che lavora con il fratello Luigi Mario. Per una serie di fortuite coincidenze Luigi (vero protagonista del film) si innamora di una ragazza che è la figlia dell’ex leader di una New York di un mondo parallelo in cui i dinosauri si sono evoluti fino a diventare antropomorfi. In questo ambiente entreranno in contatto col temibile Koopa intenzionato ad attraversare lo specchio e giungere nel nostro mondo per conquistarci.
L’estetica è quella dei fantasy/fantascienza d’inizio anni ’90 standard, il mondo parallelo è una sorta di quartiere malfamato pieno di gente contaminato dallo stile anni ’80 in parte edulcorato. Il cast è un gruppo di attori che non t aspetti potrebbero fare un film del genere (come Bob Hoskins nella ragguardevole parte di Super Mario e Dennis Hopper nella ovvia parte del cattivo), oppure non ti aspetti che possano utilizzare questo film come trampolino di lancio (si veda John Leguizamo). Si insomma un cast di tutto rispetto che non ci si aspetta possa essere racimolato per un film tratto da un videogioco. Ottimi pure gli effetti speciali figli di quell’epoca, dove si viene a fondere (un brutto) CGI in piccole dosi con (ragguardevoli) pupazzi o effetti meccatronici; su tutti poi regna incontrastato Yoshi, realistico quanto e più i dinosauri di Jurassic Park.
Il vero punto di forza del film è la storia. Gli sceneggiatori in un film di 90 minuti sono riusciti a condensare una storia completa scontata e classicheggiante finché si vuole, ma comprensibile; ad inserire molti dei personaggi del videogioco (Mario, Luigi, Yoshi, Daisy) a citarne altri (Koopa) e ad inserire riferimenti che vengono impiegati, non come citazioni della nintendo, ma come oggetti utili allo svolgimento della storia con rappresentazioni dirette (la bo-bomba finale, i razzi per gli stivali) o drammatizzazioni (il fungo che “aiuta” Mario, i salti del personaggio del videogioco che vengono fatti con gli stivali).
Non un film geniale, ma una notevole trasposizione.
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