Regia di Neri Parenti
con Paolo Villaggio (Ugo Fantozzi), Liù Bosisio (Pina Fantozzi), Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi), Gigi Reder (Filini), Luc Merenda (Adamo / Megadirettore + Personaggi vari), Eva Lena (Eva / moglie del megadirettore + Personaggi vari), Jimmy Il Fenomeno [Luigi Origene Soffrano] (canottiere Mughini).
PAESE: Italia 1986
GENERE: Comico
DURATA: 88’
Evoluzione del personaggio di Fantozzi dal paradiso terrestre al futuro remoto. Cambiano tempi e governi, ma le umiliazioni inferte al poverino e alla sua famiglia restano le stesse.
Quinto capitolo della serie, ancora scritto da Villaggio, Parenti, Benvenuti e De Bernardi (cui si aggiungono Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni). Nonostante “l’esercito” di sceneggiatori, è uno dei peggiori. Poche idee, poco divertimento, umorismo dozzinale. La tesi del film è chiara – in ogni secolo c’è un Fantozzi che viene umiliato e sopraffatto, talvolta dai potenti, talvolta dalla sfiga – ma il meccanismo inizia ad essere ripetitivo, e gli agganci con l’attualità svaniscono. Il cinismo lascia il posto alla crudeltà (la casa dei Fantozzi viene continuamente rasa al suolo), il personaggio viene quasi privato del verbo e diventa una macchietta insopportabile – Villaggio si limita a bofonchiare – le risate non sono mai state così scarse. Una noiosa raccolta di barzellette, in cui l’unica trovata divertente è quella del manubrio che torna, inspiegabilmente, in quasi tutti gli episodi. Liù Bosisio riprende fugacemente il ruolo di Pina dopo averlo lasciato a Milena Vukotic, che comunque tornerà nel successivo Fantozzi va in pensione. Palesemente ispirato a La pazza storia del mondo di Mel Brooks, uscito nel 1981, cui è inferiore.