Superfood o alimenti funzionali? Il dilemma è davvero shakespeariano!
Superfood è un termine coniato dal mondo del marketing, per descrivere tutti quegli alimenti che si suppone diano benefici per la salute. Questo termine non è utilizzato volentieri nel mondo medico – nutrizionale, anzi diverse sono le dispute in corso riguardo le proprietà benefiche di questo o quell’altro alimento. Va però sottolineato che diversi alimenti hanno proprietà benefiche, forse non super, ma certamente coadiuvanti per il nostro buon stato di salute. Questi alimenti sono chiamati alimenti funzionali (ne abbiamo già parlato nel post sul convegno Fosan a Roma).
Il concetto di alimento funzionale nasce in Giappone ed è utilizzato nell’Unione Europea proprio per descrivere tutti quegli alimenti che possono apportare benefici a una o più funzioni metaboliche e, contemporaneamente, possono migliorare lo stato di salute generale e/o coadiuvare la prevenzione del rischio di una o più patologie. Inoltre, è importante ricordare che nell’Unione Europea dal 2007 è vietato l’utilizzo del termine superfood nella commercializzazione, a meno di indicare credibili evidenze scientifiche, poiché vi è stato e vi è ancora un abuso e un uso scorretto del termine.
Premesso che qui non si fa il tifo per una o per l’altra squadra, ma si ragiona, si pensa, si prova a comprendere, è vero che alcuni alimenti sono ottimali per la nostra dieta, intesa come alimentazione bilanciata, ma che in questo quadro essi sono un dettaglio, importante sì, ma pur sempre dettaglio. Infatti, è il quadro nel suo insieme ad essere importante, ovvero l’alimentazione bilanciata e variata, seguendo la stagionalità.
Ovviamente, è decisamente più corretto parlare di alimenti funzionali piuttosto che di superfood e di nutriceutica piuttosto che di superdiet, sebbene il bombardamento mediatico d’oltreoceano sia più intenso per i secondi.
Nella lista, che sembra aumentare quotidianamente manco fosse l’elenco dei buoni e cattivi di Babbo Natale, tra gli alimenti funzionali impropriamente definiti superfood sono presenti i frutti di bosco, le bacche di goji, le bacche di acai – che sono imparentate con i mirtilli, pour parler -, il cavolo riccio (kale), più in generale le crucifere tutte, l’avocado, gli spinaci, il salmone e altri pesci grassi, i semi di chia, l’aglio, la quinoa, alcuni agrumi, alcuni legumi, le mandorle, ecc. (leggere anche qui e qui).
A ben leggere l’elenco, che è un work in progress, non si dovrebbe realizzare che in fondo ogni alimento può essere funzionale?
Non ci credete? Proviamo a ragionarci su…
Cosa accomuna questi alimenti in primis?
Per poter parlare di tutte le magnifiche proprietà degli antiossidanti e non solo è necessaria una lunga e approfondita serie di articoli, al momento è necessario sottolineare che tali composti sono presenti in ogni alimento che portiamo a tavola, il quale però potrebbe rivelarsi anche nemico della nostra salute, poiché dobbiamo tener conto delle allergie, delle intolleranze e delle sinergie negative degli alimenti. Un esempio: le bacche di goij, che hanno delle proprietà benefiche come altre bacche molto più vicine come provenienza e tradizione a noi, sono ricche di antiossidanti, però hanno delle controindicazioni serie.
Innanzitutto, appartengono alla famiglia delle Solanaceae, come il pomodoro, la patata, il peperone, la melanzana, il tabacco e anche la belladonna, una famiglia variegata in tutti i sensi! Sono note le cross-reattività di molti componenti di tale famiglia e anche la produzione di alcaloidi non benefici per la nostra salute. Le bacche di goji non andrebbero consumate senza controllo medico nel caso in cui si soffra di ipertensione, di diabete e si stiano assumendo anticoagulanti, per via delle sinergie con i principi attivi dei farmaci per tali patologie. Inoltre, le bacche di goij, come anche la quinoa, sono ricche di saponina, la quale, tra le altre cose, aumenta il rischio di insorgenza del leaky gut (intestino poroso).
Celiaci, gluten sensitive e anche voi dell’IBS (sindrome da intestino irritabile) stat’ve accuorti, guagliò!
Se proprio volete consumare le bacche di goji, fatelo, ma da persone informate e ricordate che ci sono sempre lamponi, mirtilli, fragole, ecc. più vicine a noi come coltivazione, tradizione et similia e altrettanto ricche di proprietà benefiche.
Il medesimo discorso vale anche per la quinoa (N.d.A: amo la quinoa, le goij berries, ecc., ma amo ancor di più il cum grano salis).
Oltre alla saponina, la quinoa è anche ricca di lectine, sostante potenzialmente irritanti per l’intestino, presenti anche in altri semi e cereali. Quindi, mangiamola, ma pensiamo anche alle possibili alternative, anche senza glutine, che la nostra tradizione e le nostre coltivazioni ci suggeriscono.
Ricchi in saponina sono anche i semi di chia, i quali contengono una notevole quantità di fitati, i quali possono inibire l’assorbimento di nutrienti e oligoelementi importanti per il nostro metabolismo. Queste caratteristiche rendono i semi di chia dei potenziali agenti infiammatori, nonché degli allergeni da controllare.
Altro esempio il cavolo riccio e le crucifere e le alghe. Vari tipi di alghe sono consigliati come alimenti funzionali, senza far menzione del fatto che agiscono sulla tiroide e possono interferire con i suoi processi, che possono comunque contenere potenziali allergeni e che possono determinare cross-reattività.
Perché associare le crucifere tutte con le alghe?
Anche le crucifere possono interferire con i processi della tiroide. Va però detto che molte crucifere sono tradizionalmente parte della nostra alimentazione. Quindi, per tutti coloro che come l’autrice soffrono di malattie tiroidee, il dosaggio degli ormoni tiroidei viene anche dimensionato sulla base dell’alimentazione che si ha; ecco perché l’introduzione di altri alimenti, potenziali interferenti con la tiroide, deve essere adeguatamente spiegata, valutata e attentamente controllata con lo specialista. I legami tra alimentazione e tiroide saranno comunque descritti più ampiamente in un altro articolo.
Il cavolo riccio, il famoso kale, è da qualche anno al centro di un bombardamento mediatico, ma per esso vale il discorso appena fatto per le crucifere. Inoltre, come per le crucifere, meglio mangiarlo cotto ed evitare di mangiarlo crudo e negli smoothies, proprio per diminuire il rischio di interferenze con le funzioni tiroidee. Per i crudisti tutti è una ferale notizia, per gli ipotiroidei tutti invece può essere una buona notizia (per me lo è, perché in stagione ogni crucifera dà il meglio di sé e ne posso beneficiare, cum grano salis)
Tanto ancora ci sarebbe da scrivere sugli alimenti funzionali. Questa voleva essere una introduzione ad un argomento ampio, oggetto di un attuale dibattito intenso e animato, che è da GFTL seguito con molto interesse.
Fondamentale è comunque ricordare che ogni alimento ha dei PROs e dei CONs per il nostro stato di salute. A mio modesto parere, più che parlare di alimenti funzionali sarebbe il caso di parlare di alimenti veri.
Che ne pensate?
Fonti bibliografiche e fonti visive
en.wikipedia.org
http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/6252390.stm
http://greatist.com/health/superfood-myths-infographic-011014
http://theconversation.com/superfoods-not-so-super-after-all-14029
trainertonymartinez.com
www.livingfoodslifestyle.co.nz
http://www.webmd.com/diet/features/superfoods-everyone-needs
http://www.superfoodsrx.com/superfoods/
http://www.vogue.co.uk/news/2014/04/08/foods-of-the-gods
http://www.theguardian.com/lifeandstyle/2014/jan/16/do-superfoods-really-exist-antioxidants