- Thor – 2011 - ♥♥ e 1\2 -
di
Kenneth Branagh
Thor è un film fracassone e un blockbuster, e questo di certo salta immediatamente all’ occhio, anche solamente dalla locandina. Ma al tempo stesso non si può fare a meno di notare che è un film di Kenneth Branagh. Quello stesso regista e attore che si è reso noto nel tempo per i suoi riadattamenti cinematografici delle maggiori opere di William Shakespeare. Ed è proprio questa sua reminiscenza shakespeariana che Branagh decide di non tralasciare nemmeno nella storia targata Marvel del supereroe Thor costretto all’ esilio sulla terra dal padre Odino e deciso a rimpossessarsi del suo micidiale maglio (visto qui un pò come fosse la celebre Excalibur di Re Artù). Il film è suddiviso in due differenti location, quella del mondo di Asgard, patria di Thor, e quella della Terra. Branagh riesce, in maniera convincente, a gestire il mondo di Asgard, riempiendolo di elementi ispirati al noto drammaturgo inglese, come gli intrighi di palazzo, le dispute tra familiari reali o l’ uccisione del regnante da parte di uno dei familiari più diretti. Al contrario, invece, dal momento in cui il supereroe Thor , interpretato dal muscolosissimo Chris Hemsworth, viene scacciato sulla terra, con dinamiche che molto rammentano quelle già viste in Superman, tutto diventa improvvisamente banale e romanticamente scontato. Era infatti inevitabile l’ inserimento della love story tra la minutissima Natalie Portman e il palestratissimo Chris, seppur contenuto almeno in enfasi e in esternazione di sequenze affettuose. Colpiscono anche le scenografie di Asgard , che tanto rammentano quelle dei palazzi reali, così come anche l’ uso degli effetti speciali è funzionale visivamente alla narrazione. Anche la sceneggiatura si discosta quel tanto che basta dai fumetti Marvel, da apportare un’ impronta teatrale ai suoi personaggi. Ma purtroppo più di questo Branagh non ha potuto fare finendo, in maniera piuttosto evidente, per piegarsi alle logiche da blockbuster, che esigono uno spiccato inserimento di sequenze d’ azione e una velocizzazione dei rapporti tra Thor e i terrestri che lasciano intravedere in maniera palese non pochi buchi di sceneggiatura. Se poi si aggiunge anche l’ esigenza di inserire nel cast presenze multietniche e politically correct (ritroviamo l’ afroamericano, il nipponico e anche la donna guerriera) tra i compagni d’ arme dell’ eroe Thor si può notare come la marchetta sia stata ampiamente pagata da Kenneth Branagh. Tuttavia resta comunque un film, che se inserito nel suo particolare contesto cinematografico, si distingue almeno per riferimenti teatrali e per scenografie. Vale dunque la pena almeno una sua visione. Se non altro si lascia vedere fino alla fine, evitando la sensazione che spesso caratterizza i film fracassoni di questo genere: il fastidio.
( Il muscolosissimo Chris che tenta di
estrarre il maglio Excalibur)
(Chris: Io sono il palestratissimo figlio di Odino, Thor
Natalie: io una scienziata e aspettavo te per buttarmi tra le tue braccia muscolose!)