“I vampiri?… diventa sempre più comico”. I fratelli Winchester non hanno paura del Diavolo e degli Arcangeli, hanno visto ogni sorta di creatura, ma il vampiro è sempre una sorpresa in comicità al giorno d’oggi, anche per loro.
Quello di Erick Kripke, ideatore della serie, è un mondo dominato da una sempre più intensa oscurità, sconvolto dal soprannaturale, sempre così evidente da risultare invisibile a chiunque non sia un cacciatore. Prodotta in America, prima per THE WB e poi per THE CW, dal 2005 ad oggi, Supernatural arriva in Italia nel 2007. In America si è da poco conclusa l’ottava stagione, con un annuncio di rinnovo per la nona e la decima, che sarà la conclusiva.
“È sempre stata una serie sulla famiglia, più che su qualsiasi altra cosa. La mitologia è solo un motore per sollevare problemi sulla famiglia: un fratello maggiore che bada a quello più piccolo e che si chiede se mai sarà costretto a uccidere la persona a cui vuole più bene al mondo. Lealtà familiare contro il bene più grande, dovere nei confronti della famiglia contro felicità personale…”, così l’ideatore della serie, Eric Kripke, definisce esaustivamente il nucleo della sua serie. Le tematiche non sono molto diverse da quelle di un prodotto come Everwood, ma inutile dire che le modalità narrative e gli esiti siano a livello formale e contenutistico assai differenti.
Quella di Sam e Dean, questi i nomi dei protagonisti, è una vita battezzata nel sangue: ancora piccoli, lasciano con il padre la propria casa in fiamme dopo l’assassinio della madre da parte di un demone, e da quel giorno la vita della famiglia Winchester cambia completamente. Il padre intraprenderà la strada della “caccia”, scelta che porterà i due fratelli a condurre una singolare adolescenza: continuo cambio di scuole, sempre in macchina, senza una casa, passando le feste comandate in squallidi motel aspettando il ritorno del padre. Nonostante vivano a stretto contatto, Sam e Dean crescono e diventano persone estremamente diverse: Sam, il più piccolo, riflessivo, studioso, insofferente al tipo di vita a cui il padre li ha costretti e con lui in continuo conflitto. Dean invece, il maggiore, è il figlio devoto: quella notte, in fuga dalla propria casa in fiamme, quando il padre gli affidò il piccolo Sam in fasce da portare in salvo, capì che la sua missione sarebbe stata difendere ciò che della propria famiglia era rimasto, fino alla morte.
Ma le cose con il tempo cambiano, Sam si allontana progressivamente, cercando di liberarsi dalla caccia, che vede, al contrario del fratello, come una maledizione e non come una tradizione di famiglia. Così entra al college e le strade dei due fratelli si dividono. Ma l’occasione, dovuta alla scomparsa del padre, li porterà a ritrovarsi per cercarlo insieme, e a non lasciare più la strada del “cacciatore”.
L’intenzione iniziale degli autori era stata quella di creare un susseguirsi di brevi film horror incentrati sulla paura e il soprannaturale, in cui sarebbero rientrati i personaggi dei due fratelli. Ma il progetto cambia e si evolve in fretta, intravedendo nella relazione tra Sam e Dean l’arma vincente.
La serie diventa, nel susseguirsi degli episodi e delle stagioni, un ottimo connubio tra esigenza horror e soprannaturale, tra caratterizzazione progressiva dei personaggi principali e inserimento di figure ricorrenti che non risultano mai banali.
Il risultato stilistico è un incontro originale tra elementi soprannaturali e modern western, con una mitologia giustificata, che intessuta progressivamente su episodi autoconclusivi, ognuno caratterizzato da un caso di caccia al demone, diventa avvincente ed efficace.
La distribuzione degli elementi mitologici e di approfondimento della vita dei protagonisti, è equilibrata, raramente eccessiva o poco credibile in termini di sceneggiatura.
Certamente a favore del grande successo ottenuto sono, dal punto di vista postproduttivo, la colonna sonora, che rispecchia perfettamente lo stile della serie, ma ancor più delle singole puntate, e le scelte fotografiche, e cromatiche in genere, nella diversificazione progressiva delle stagioni. Sotto il profilo della recitazione è certamente favorevole la grande affinità tra i due attori protagonisti, percepibile fin dalle prime puntate (Jared Pedelecki, all’epoca reduce dall’esperienza di Gilmore Girls, qui nei panni di Sam. Jensen Ackles, già in Dawson’s Creek e Smallville), e ottimo l’inserimento di personaggi ricorrenti interessanti in particolare dalla terza e quarta stagione, dove i legami tra la famiglia Winchester e la mitologia si fanno più fitti.
Infine sembrano determinanti gli elementi estetici e caratteristici dei due protagonisti, che vanno dall’abbigliamento, ai gusti musicali e televisivi, alle citazioni cinematografiche (dirette e indirette), dalla celebre Chevrolet Impala del ’67, alla quale Dean spesso si rivolge alla stregua di una bella donna, fino ai gusti culinari degli stessi.
Insomma, il mondo dei Winchester, avvolto da misteri, mitologia e religione, è avvincente, convincente, pervasivo ed estremamente affascinante. L’ironia e la comicità dei personaggi, non solo quelli principali, ben equilibra le situazioni talvolta angoscianti e sanguinose che caratterizzano i casi seguiti. Ne risulta un serie brillante, che prendere in giro i modelli contemporanei (una puntata è ad esempio ispirata al mondo vampiresco della Meyer) e prendersi in giro, e che nonostante la sua lunga vita (otto stagioni quest’anno, e un rinnovo previsto fino alla decima) non sembra aver perso colpi, se non per un piccolo periodo altalenante nella parte centrale della sesta stagione probabilmente dovuto al passaggio di mano nella sceneggiatura da Kipke a Sera Gamble.
Written by Giulia Sola