Il condizionale è ancora d’obbligo, ma se venisse confermato, l’esopianeta Gliese 15Ab potrebbe vantarsi di entrare nell’olimpo dei più vicini pianeti extrasolari finora conosciuti. La stella attorno a cui si troverebbe il nuovo corpo, ovvero Gliese 15A, è una nana rossa che, insieme a un altro astro dello stesso tipo (Gliese 15B), compone un sistema binario, distante 11,7 anni luce da noi. Davvero vicinissimo dunque, parlando in termini di distanze stellari.
Nonostante la vicinanza però, la bassissima luminosità di Gliese A non rende certo il suo pianeta un faro nel cielo. Per ora quindi, il corpo celeste non ha un ‘volto’, non è stato osservato direttamente. Gli astronomi hanno solo un indizio indiretto, ma convincente: le piccolissime oscillazioni della stella madre attorno al suo centro di massa dovute all’interazione gravitazionale con Gliese 15Ab.
A registrarle è stato lo spettrometro HIRES installato al telescopio da 10 metri di diametro Keck sulle Isole Hawaii. E l’elaborazione di questi dati, condotta da un team guidato dall’astronomo Andrew Howard dell’università delle Hawaii a Manoa, ha poi rivelato le caratteristiche principali di Gliese 15Ab: la sua massa è 5,35 volte maggiore del nostro pianeta e orbita attorno alla sua stella madre in appena 11,44 giorni. Uno scenario che fa ricadere questo esopianeta nella categoria delle super terre. E, data la vicinanza alla nana rossa, anche piuttosto calde.
Il prossimo passo sarà dunque quello di confermare con un altro metodo osservativo l’effettiva esistenza di Gliese 15Ab e magari, data la sua vicinanza, prenderne una sua prima immagine con gli strumenti di nuova generazione per l’osservazione diretta degli esopianeti come, ad esempio, il Gemini Planet Imager, recentemente entrato in funzione, o il Large Binocular Telescope.
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani