Qualche settimana di silenzio, nell'attesa della conclusione dei lavori che sapeva di sfida.
Questa proposta aveva un'intenzione precisa e in certa misura provocatoria.
Ho scelto il “surrealismo” per vari motivi:
*L'accomunamento come momento storico di quel periodo, fra le due guerre mondiali e i giorni di forzato cambiamento che stiamo vivendo.
*Il ritorno a un ordine, interpretato come il desiderio di un approccio ad un preciso metodo per imparare a dipingere. Questo approccio è il primo passo per usare le immagini pittoriche come strumento di comunicazione. Disciplina, metodo e ricerca saranno la via per una crescita interiore.
Il surrealismo è la scusa per riproporre una pittura convenzionale che svegli la curiosità e la voglia d'imparare a dipingere grazie alla libertà di scelta del soggetto da rappresentare da parte dell'allievo.
*La consapevolezza che il momento attuale di profonda crisi sia una opportunità per rivolgere uno sguardo verso il mondo interiore che abbiamo dimenticato, verso l'inconscio che ci fa decidere un soggetto da dipingere piuttosto che un altro.
*Il desiderio di uno spazio fisico- temporale dove le persone ritrovino un linguaggio plastico di educazione alla bellezza, quella che serve per svegliare un sorriso...
La mia proposta pittorica aveva l'obbiettivo di risolvere una composizione basata su forme intellettualmente costruite, nitide e autosufficienti, chiuse in contorni precisi oppure costruite in maniera sciolta ma inequivocabile.
Gli allievi avrebbero dovuto scegliere liberamente una fotografia di un paesaggio, qualche posto che gli avesse svegliato una emozione fino al punto di desiderare di possederlo per sempre.
Dipingere in fin dei conti è impadronirsi di un'immagine per poi assimilarla nel nostro vissuto e riversarla in una traccia indelebile sulla nostra tela.
In un secondo momento dovevano scegliere un oggetto da integrare nel loro quadro; questo oggetto aveva la caratteristica di non partecipare fino in fondo all'atmosfera di ogni paesaggio scelto ma di rendere un tributo al colore locale che gli apparteneva. In questo modo hanno avuto la possibilità di fare uno studio “dal vero” come messa in discussione del nostro modo di percepire il mondo, con l'intento d'imparare a interpretare la realtà con occhi di artista.
Dopo settimane di lavoro alcuni hanno affrontato la sfida decidendo d'integrare l'oggetto scelto in precedenza.
Altri trovano la svolta dentro la propria immagine, donando a un particolare dell'immagine prescelta il valore di un significato acquisito durante l'esecuzione.
Altri ancora, trovano in un lampo l'oggetto che vorrebbero ancorare per sempre, invitandolo a formare parte dell'insolito paesaggio che si è istallato nel loro vissuto...
E così:
Aggiungi didascalia