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Suspension of disbelief

Creato il 07 gennaio 2015 da Rory

Suspension of disbelief

Disclaimer:

Questo post potrebbe essere lievemente offensivo. Dunque se sei un benpensante, un mio parente o qualcuno che lavora con me e che di solito mi vede in tutt’altre vesti, qualcuno che non mi sopporta, non lo leggere perché fai prima. E se sei un mio ex, lontano o vicino, sappi che tutto questo è in gran parte rivolto a te e credimi, sono la prima a dolermene, soprattutto perché “visualizzato alle” non è una risposta ma una boutade internettiana.

Ogni brav’uomo racconterà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest’oggi, fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi. Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino! Enrico V – W. Shakespeare

Qualche sera fa mi trovavo come al solito al Best. Stavo chiacchierando con Giuliano sull’argomento della settimana, ovvero la morte di Pino Daniele. Ad un certo punto si sono uniti a noi anche Ror e Chiara e con un pelo di imbarazzo, mi sono resa conto dell’ineluttabilità della questione, ovvero che a noi Pino Daniele non piace. Chiaramente non c’è niente di male in tutto questo ma quando muore qualcuno che per tanti è stato importante e che per te non ha una grandissima valenza, ti senti sempre un po’ tagliato fuori. E’ un po’ ciò che mi è successo l’anno scorso, quando è morto Lou Reed. Mi sarebbe tanto piaciuto che a Napoli avessero fatto una commemorazione, qualcosa anche se a rifletterci meglio, era praticamente impossibile che accadesse. Ai napoletani piace Pino Daniele, non Lou Reed. Quella strana sono io. Senza offesa per nessuno, sia chiaro, vi risparmio anche il pippone su come amo la musica.

Poi sono salita in consolle e ho messo un remix di Tiesto di un pezzo che in questo periodo sento molto mio, cioè Somebody that I used to know (se non l’avete mai sentita vi consiglio di darci un ascolto). In sostanza, la canzone parla di una cosa purtroppo comune quando ci si lascia e l’altro (o noi) taglia completamente i ponti con noi, in maniera spesso immotivata, neanche avessimo la lebbra o una cistite fulminante (!). Chiaramente è successo anche a me e non me ne capacito. Non perché la gente debba picchiarsi per parlare con me ma perché sono convinta che una risposta si dia anche ad un cane e soprattutto, che se proprio non si ha voglia di sentire un’altra persona, basta dirlo senza farsi troppi problemi, onde evitare eventuali masturbazioni mentali o peggio.

But you didn’t have to cut me off
Make out like it never happened and that we were nothing
And I don’t even need your love
But you treat me like a stranger and that feels so rough
No you didn’t have to stoop so low
Have your friends collect your records and then change your number
I guess that I don’t need that though
Now you’re just somebody that I used to know

Quel che io mi chiedo è: ma è veramente facile tagliare dall’oggi al domani una persona dalla propria vita? Non sentirla mai più da che la si sentiva tutti i giorni? Non chiederle mai neanche come sta? Se è viva o morta? E’ una cosa normale? Davvero qualcuno crede nella scemenza del “lontano dagli occhi/lontano dal cuore”, come se la vita reale fosse Facebook, per cui cancelli qualcuno dai tuoi contatti e lo cancelli in automatico anche dalla faccia della (tua) terra? Davvero si riesce a far questo, dicendo di contro che si vuole molto bene a quella persona che si amava e addirittura la si va a cercare la notte di Capodanno? Insomma, si può rifiutare a questo modo l’amore? Ditemi vi prego come si fa, perché magari imparo anche io, alla soglia dei favolosi trent’anni.

Allora inizio a farmi delle domande, a chiedere dei perché, dei per come. Spesso in questi casi qualcuno ti riferisce qualcosa, ti fa un commento strano che ti fa anche sorridere e, se sei fortunato, ti fa anche comprendere qualcosa. In effetti, nel mio caso, probabilmente sbaglio a farmi tutte queste domande, come dicono Chiara e Pier. “Se non hanno un deficit palese e dei cromosomi in meno non fanno per lui” mi ha detto sempre Chiara, strappandomi una bella risata neanche troppo soffocata. Ed anche qualcuno, che mi conosce meno di lei ma ha idea della situazione, mi ha detto che, conoscendo le ex del mio ex (scusate il discorso intricato) si è sempre meravigliata del fatto che stessimo insieme. Questo però succede perché purtroppo l’apparenza inganna e dietro la mia aria bionda e glamour, come dice Raffaele, non tutti colgono l’essenza reale, quella che sono veramente, cioé una persona buona, che quando vuole bene lo fa davvero, senza riserve, fino alla fine.

Ho un dolore dentro che parte dalle grandi labbra e arriva fino al cervello. Uno strazio continuo che mi insegue giorno e notte, dal quale non c’è preghiera che riesca a salvarmi, niente di niente, il vuoto pneumatico. D’altronde, meglio sentire dolore che non avvertire nulla, essere impassibile a tutto ciò che accade. Vorrei che questa vita fosse più facile, su tutti i livelli. Vorrei che la gente che amo non fosse così lontana, vorrei potermi perdere ogni giorno in un abbraccio, vorrei poter essere più forte. Il problema è che penso che tutto questo non ha assolutamente nessun senso.

And I want the one I can’t have
And it’s driving me mad
It’s all over, all over my face

La mia vita è questa. A tratti mi sembra di non esistere nemmeno. Qualcuno mi si avvicina e mi sorride, mi dice che gli piace la mia selezione musicale. Capisco a stento quello che dice perché la musica è alta ma gli sorrido anche io. Ho bisogno di un cazzo di paio di cuffie. E anche di piangere e di seppellirmi da qualche parte per un po’ di tempo. Vorrei sparire, questa è la verità. Eppure domani mi sveglierò, sorriderò e proporrò a tutti di uscire a fare casino, perché è più facile seppellire le proprie emozioni che seppellire se stessi dentro di esse, cedere veramente il passo al dolore e ammettere a gran voce che si, si sta male.

Love breaks the machine
Everything’s half apart, what can it mean?
How can I trust my fractious heart
Knowing I have the enemy Gene?

of Montreal – Enemy gene



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