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Svante Paabo

Creato il 28 settembre 2011 da Roberto1972
Svante Paabo

Svante Paabo (Cortesia Tom Stockill).

Un uomo che conosce bene l’evoluzione dell’Uomo.

L’Uomo di Neanderthal e Svante Paabo. Tutti conoscono il primo (almeno di nome), probabilmente non molti conoscono il secondo. Ma lui, il genetista venuto dalla Svezia, sa bene chi è l’Homo neanderthalensis, probabilmente meglio di tutti noi. Oggi cinquantaseienne al Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, figlio del premio Nobel per la medicina Sune Bergström, fin da piccolo si è interessato a ciò che era vecchio, e dopo un dottorato in virologia è stato folgorato dalle mummie. Da lì il passo è stato (forse) breve nel “voler capire cosa ha di diverso l’Homo sapiens, cosa lo differenzia dal Neanderthal, cosa ha consentito a noi Uomini moderni di colonizzare tutto il pianeta, diventando quanto siamo ora”.

Nel 2006 quindi, attraverso il lavoro congiunto di un team di genetisti e paleontologi, Paabo pubblica su Nature la sequenza di una parte del genoma dell’Homo neanderthalensis. E già questo risultato in sè ha destato scalpore. Ma forse nulla in confrontro a quando è emerso che in quel DNA, quello vecchio, quello del nostro parente estinto, c’era un po’ del nostro DNA, quello di noi moderni. Giustamente tutto è stato messo in discussione, sono state fatte le verifiche del caso e tutto è stato confermato. Oggi sappiamo addirittura, sempre grazie alle ricerche dello svedese appassionato di mummie, che le attuali popolazioni europee e asiatiche condividono fino al 4 per cento del loro DNA con gli antenati neanderthaliani. Tutta questa storia antropologica, scientificamente raccontata nel lavoro durato anni di Svante Paabo, è stata giudicata fra le migliori scoperte scientifiche del 2010 dalla prestigiosa rivista Science. In conclusione quindi è emerso un nuovo, importantissimo dato per la storia dell’evoluzione umana: prima dell’estinzione dei Neanderthal, noi – gli Uomini moderni – abbiamo fatto sesso con i nostri antenati. Che scalpore…

Proprio recentemente Paabo era sui monti Altai, nelle grotte di Denisova. Non è stato un viaggio di piacere, o meglio lì nella fredda Siberia è stata decifrata un’altra importante pagina riguardo al nostro passato. Infatti, se nei mesi passati le grotte sono state occupate dalla frenetica attività di Paabo, poco meno di 50.000 anni fa quello stesso territorio ha visto Neanderthaliani e Sapiens convivere, insieme anche ai Denisoviani. Qui infatti il ritrovamento di un piccolo fossile (una falange) ha dimostrato l’esistenza di un nuovo gruppo di ominidi, vissuti in Asia tra i 400.000 e i 50.000 anni fa: Svante Paabo ha sequenziato il genoma di questo nuovo ominide, detto appunto Homo di Denisova. Esso è simile, ma non identico, a quello dei Neanderthal. Si pensa che circa 500.000 anni fa un antenato di H. neanderthalensis e di H. sapiens abbia lasciato l’Africa; Neanderthal e Denisoviani poi si sarebbero separati, con i primi a colonizzare l’Europa, i secondi a popolare il continente asiatico. Infatti, circa un ventesimo del genoma degli attuali abitanti della Papua Nuova Guinea e di altre isole dell’Oceania è in comune con il DNA arcaico dei Denisoviani. Questo può essere spiegato ipotizzando uno scambio genetico tra Homo sapiens e le popolazioni autoctone dei Denisoviani. Ancora quindi, sembra che i contatti dei Sapiens con i Neanderthal e con i Denisoviani siano stati molto intimi. E questo ha avuto dei risvolti positivi in termini evoluzionistici: come una sorta di alleanza genetica ha infatti reso più forte il genoma di H. sapiens.

E adesso, cosa sta facendo il genetista svedese? Certamente, migliaia di ossa umane rinvenute in Cina e nel sud-est dell’Asia sono ancora da studiare. E come sarebbe stato il mondo se i Neanderthal non si fossero estinti? “Beh, questo sarebbe effettivamente uno scenario affascinante…”, risponde con aria un po’ trasognata Svante, “potrebbero vivere in nuclei indipendenti, oppure in qualche zoo… o forse subirebbero certi atteggiamenti razzisti, così tipici di noi sapiens…”. E se invece ci avessero aiutati a guardarci intorno in un modo più modesto, più rispettoso per qualunque nostro prossimo?


Filed under: Antropologia, Biologia, Genetica Tagged: DNA, estinzione, Neanderthal, sequenziamento del genoma

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