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Svelato il Polo Nord di Cerere

Creato il 17 aprile 2015 da Media Inaf
Filmato delle prime immagini scattate dalla camera di Dawn al polo nord di Cerere il 10 Aprile 2015.  Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/ASI/INAF

Filmato delle prime immagini scattate dalla camera di Dawn al polo nord di Cerere il 10 Aprile 2015. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/ASI/INAF

E’ valsa la pena di aspettare. Dopo quasi un mese di silenzio, la sonda Dawn della NASA ha ricominciato ad inviare immagini da Cerere, il primo pianeta nano mai visitato da una sonda spaziale. Quelle che stanno arrivando dalla fascia degli asteroidi, sono immagini che tolgono il respiro e che anticipano quello che accadrà nei prossimi mesi.

Durante la fase di avvicinamento denominata OpNav6, il 10 Aprile scorso, da una distanza di 33.000Km, la camera ad alta risoluzione ha catturato i primi scatti del polo nord di Cerere illuminato , rimontati nel filmato pubblicato qui accanto (clicca sull’immagine per vedere il filmato). Dire polo nord non è poco, considerando che la determinazione dell’esatta posizione dei poli è stata effettuata dal team di Dawn solo molto recentemente, proprio grazie ai primi dati raccolti dalla sonda. Non c’è da stupirsi, se consideriamo che fino a pochi mesi fa, Cerere era una macchia di luce vaga e indistinguibile, osservata in passato solo dal Telescopio Hubble.

Oggi sappiamo che Cerere orbita con un periodo di pochi minuti superiore a 9 ore terrestri intorno a un asse che punta, nella direzione nord, in una zona del cielo situata nel Drago. Il polo sud punta verso la poco nota costellazione del Pesce Volante. Sappiamo anche che l’asse di Cerere è molto meno inclinato a confronto con quello terrestre, inclinato di 23° rispetto alla direzione ortogonale all’eclittica (il piano dell’orbita della Terra intorno al Sole). Quest’ultimo dato è molto importante perchè un’inclinazione limitata minimizza gli effetti stagionali: durante l’anno cereriano (che dura 4,6 anni terrestri), il Sole si sposta di soli 4 gradi a nord e a sud sulla superficie del pianeta e le stagioni sono molto meno evidenti che sulla Terra, dove l’inclinazione comporta i cambiamenti che ben conosciamo. Altra conseguenza importante, è una illuminazione ottimale, che permetterà a Dawn di scattare bellissime immagini di Cerere, visto che il Sole illumina il pianeta nano da una posizione sempre vicino all’equatore. Ad eccezione delle eventuali ombre causate dalla topografia locale, si calcola che oltre il 99% della superficie del pianeta nano è esposta alla luce del Sole ogni giorno.

Queste condizioni ottimali verranno sfruttate al meglio nelle fasi scientifiche della missione, che inizieranno con l’orbita RC3 (dove RC sta per Rotation Characterization) il 23 Aprile, quando Dawn si troverà ad una distanza da Cerere di 13.500 Km. La fase scientifica della missione durerà in tutto 14 mesi e, come per Vesta,  prevederà varie orbite quasi circolari e polari a diverse altitudini e orientazioni che permetteranno agli strumenti di studiare sempre più da vicino il pianeta nano. Dopo l’orbita RC3, che si concluderà il 9 Maggio, Dawn inizierà una fase di avvicinamento che la porterà a 4.400Km dal suolo, nell’orbita Survey. Durante questa fase, la sonda acquisirà mappe globali a risoluzione più elevata con la camera e con VIR, lo spettrometro italiano fornito da ASI e realizzato da Selex Galileo con la guida scientifica del’INAF. La missione continuerà poi a 1.480 km da Cerere in una fase chiamata HAMO (High Altitutde Mapping Orbit) che avrà inizio ad Agosto 2015, raccogliendo mappe e dati a risoluzione crescente e immagini “stereo” per ricostruire la superficie in 3D. Per avere un ordine di grandezza, la risoluzione della camera passerà dall’orbita Survey a quella HAMO da circa 70 a 200 volte la risoluzione con cui Hubble ha ritratto Cerere (vedi immagine qui sotto per la risoluzione della camera nelle varie fasi).

Infine, inizierà l’orbita più ravvicinata, la LAMO (Low Altitutde Mapping Orbit) a una distanza di appena 375 chilometri. Quest’ultima fase è specificamente progettata per acquisire dati con lo strumento GRaND e studiare la gravità del pianeta nano.

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Livia Giacomini


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