Di Roberta Miele. La Svezia torna a Sinistra. Stefan Löfven, candidato socialdemocratico, è “pronto ad esplorare la possibilità di formare un governo” dopo la vittoria alle elezioni di ieri.
Löfven dovrà formare un esecutivo di minoranza poiché la vittoria non è stata schiacciante. La Destra estrema dei Democratici Svedesi ha ottenuto a sorpresa ben il 10% dei consensi. Sono loro i veri vincitori delle ultime politiche. Il partito socialista ha escluso qualunque accordo con Jimmie Akesson, astro nascente dei DS, ma ha avanzato proposte di alleanze a tutti i partiti democratici.
La vittoria di Löfven era prevista, dopo otto anni di governo la destra viene messa da parte; ma lo stravolgimento dell’assetto parlamentare fa presagire tempi duri. Il Paese simbolo della grandi socialdemocrazie nordiche, meta degli immigrati di tutto il mondo – compresi i disperati che ogni giorno attraversano il Mediterraneo – si avvia verso l’ingovernabilità. Il futuro premier dovrà trovare dei compromessi con con i partiti maggiori. Socialdemocratici, Verdi e Sinistra fanno parte della coalizione pre-elezioni, ma insieme raggiungono appena il 44,9%; l’attuale premier Reinfeldt non supera, con la sua Alleanza, il 39,3%.
Nessuno quindi disporrebbe di una maggioranza qualificata a governare. Così Akesson è entrato di prepotenza nella politica scandinava; la crisi, minore rispetto al resto d’Europa, si è sentita anche in Svezia e gli svedesi sono stati attratti dagli slogan “no Unione Europea”, “meno immigrati”. Il leader dell’estrema destra ha inoltre dichiarato che potrà “appoggiare proposte da destra e da sinistra. Dal campo socialdemocratico, per esempio, possiamo contribuire - ha detto – con decisione a rafforzare le indennità di disoccupazione”.
Questo tipo di atteggiamento potrebbe mettere per certi versi con le spalle al muro i socialisti, rei di accordarsi con il partito ultranazionalista di base xenofoba e razzista che potrebbe diventare l’ago della bilancia.