Intervista a Valter Songini Responsabile Settore Comunicazione e divulgazione scientifica di Sardegna Ricerche.
di Alessandro Ligas
Promuovere una maggiore consapevolezza sulla importanza della scienza e sulle ricadute che questa può avere sulla vita quotidiana delle persone. (Valter Songini)
“Scienza che passione”
Un confronto che viene portato avanti da tanti attori: scuole, musei, associazioni, imprese, cooperative, blogger (e tanti altri) in molti modi.
Oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione su quelle azioni che l’Ente Regionale Sardegna Ricerche sta realizzando per, come ci ha detto Valter Songini, responsabile del settore comunicazione e divulgazione scientifica di Sardegna Ricerche, “promuovere una maggiore consapevolezza sulla importanza della scienza e sulle ricadute che questa può avere sulla vita quotidiana delle persone”
L’ente, dal momento della sua istituzione nel 2003, ha portato avanti diversi programmi di divulgazione scientifica che hanno visto nel 2013, grazie ad un finanziamento dell’Assessorato regionale della Programmazione – CRP –, un incremento delle attività. Si è messo in opera un “articolato programma di iniziative di divulgazione scientifica, che spaziano dai caffè della scienza ai “science camp” per studenti delle scuole superiori, dai premi per le scuole e per i migliori progetti di comunicazione della scienza alla organizzazione di eventi e laboratori didattici”, ci dice Valter Songini che continua, “il programma mira ad accrescere la percezione dell’importanza della scienza e creare un dialogo fra il mondo della ricerca e la società locale; aumentare il numero degli iscritti alle facoltà scientifiche e contribuire alla formazione di giovani aperti alle sfide del futuro”.
Abbiamo incontrato Valter Songini con il quale abbiamo parlato di divulgazione e cittadinanza scientifica
In questi giorni si è dato il via al bando “Scienza che passione” da dove nasce?
Dalla esigenza di diffondere la cultura scientifica e tecnologica sul territorio regionale, coinvolgendo e dando visibilità a tutti i soggetti che operano nell’isola nel campo della comunicazione scientifica.
Nel 2013 Sardegna Ricerche ha, infatti, promosso la costituzione della Rete dei soggetti pubblici e privati impegnati in attività di divulgazione della scienza in Sardegna. La Rete, denominata “Chentuconcas – tante teste per la scienza”, è dotata di un proprio marchio distintivo, di un “hub” per la comunicazione interna alla rete e di un sito web, contenente informazioni dettagliate sulla rete e sui soggetti che ne fanno parte. Chentuconcas rappresenta una opportunità di scambio di esperienze e competenze tra i vari soggetti per progettare iniziative comuni di rilievo pubblico in campo regionale.
Quali sono gli obiettivi?
Il premio “Scienza che passione” nasce con la finalità di dare un riconoscimento ai due migliori progetti di divulgazione scientifica, rivolti rispettivamente al largo pubblico e alle scuole, proposti da soggetti che abbiano sede o residenza in Sardegna.
Quali sono le altre iniziative che portate avanti nel campo della divulgazione scientifica?
I caffè scientifici, che abbiamo chiamato “Dialoghi di Scienza”e avviato nel 2013. Si tratta di incontri informali con scienziati ed esperti che hanno la finalità di avvicinare il pubblico generalista alle problematiche scientifiche e tecnologiche di maggiore impatto sociale. Ma tra le tante iniziative vorrei soffermarmi a ricordarne in particolare una: le visite che organizziamo ogni anno per le scuole di ogni ordine e grado al parco tecnologico di Pula.
Oltre a incontrare i ricercatori e le imprese presenti al parco, gli studenti hanno la possibilità di: vivere esperienze avvincenti partecipando a laboratori didattici dove, ad esempio, imparano ad estrarre il DNA; visitare la mostra delle vecchie macchine elettroniche e i laboratori dove viene sequenziato il genoma umano, che raccontano il passato ed il presente tecnologico del CRS4, il centro di ricerca sul supercalcolo fondato dal premio nobel Carlo Rubbia; vedere in funzione una stampante 3D e stampare oggetti tridimensionali personalizzati all’interno del FABLAB di Sardegna Ricerche, etc.
Che risultati avete raggiunto in questi anni?
Dalla sua inaugurazione nel 2003 ad oggi, il parco ha ospitato oltre 10.000 studenti provenienti dalle scuole di tutta la Sardegna, oltreché da facoltà universitarie.
Per quanto riguarda i caffè della scienza, sono circa 700 le persone coinvolte con una trentina fra scienziati e giornalisti scientifici di fama nazionale ed internazionale che hanno dibattuto con il pubblico nel corso dei diversi eventi.
Quanto è importante fare “divulgazione scientifica” nel territorio?
Molto. Perché l’Italia possa sviluppare la propria vocazione produttiva di Paese ad alta tecnologia, è indispensabile che la scienza si radichi nella società, si formi e si consolidi una sufficiente “massa critica” di cittadini acculturati scientificamente, in particolare i giovani in età scolare, che rappresentano la componente strategica della società civile.
Quali sono, secondo Lei, i pregi ed i difetti della “divulgazione scientifica” che si è svolta in Italia, ed in Sardegna? Cosa si può fare, secondo Lei, per avvicinare le persone alla scienza?
In Italia c’è ancora molto da migliorare e da fare, divulgare concetti scientifici significa rendere semplici cose spesso difficili; rendere accessibili concetti complicati, senza però banalizzarli e mantenendo sempre un certo rigore.
Perché la scienza sia vissuta come interessante è necessario, soprattutto per i giovani, che venga percepita utile per la vita di ogni giorno o, in prospettiva, per il loro futuro lavoro.
In questa ottica, Sardegna Ricerche aprirà quest’anno al parco tecnologico di Pula uno spazio interattivo dove gli studenti sardi potranno arricchire la loro esperienza formativa nei settori scientifici e tecnologici ad elevato e rapido cambiamento.
Quali sono i passi necessari affinché si sviluppi una “cittadinanza scientifica” che sappia confrontarsi con la scienza?
Avvicinare i giovani alla Scienza, favorire la crescita della cultura scientifica degli studenti tramite la sinergia tra approccio creativo e scientifico, incoraggiare l’interesse per la scienza e l’innovazione tecnologica in generale, al fine di incentivarne una visione positiva e stimolare tra i giovani le vocazioni agli studi scientifici.
Su quest’ultimo punto, Io sono convinto che l’esperienza concreta del contatto con i laboratori e con le persone che operano nel campo della scienza e dell’innovazione al parco tecnologico possa aumentare l’interesse dei giovani verso le materie scientifiche.
Quali sono i programmi futuri?
Ci sono tanti progetti in cantiere ma sicuramente quello più vicino nel tempo è il completamento e l’apertura al pubblico dello spazio interattivo dedicato alla divulgazione della scienza che stiamo realizzando al parco tecnologico di Pula.
In un “tweet” cosa consigliate ai chi si avvicina alla scienza?
“Avvicinatevi alla scienza con curiosità e con passione, perché è la chiave per capire il mondo che ci circonda e poterlo trasformare”