''Nel Decreto Sviluppo (art. 16 – 'Disciplina delle gare per la distribuzione di gas naturale e nel settore idroelettrico'), per quanto riguarda l'idroelettrico, il Governo sta tentando di riproporre un concetto piu' volte espresso, vale a dire la preclusione di partecipare alle gare per le Societa' pubbliche e/o miste che svolgano servizi pubblici locali in seguito ad affidamento diretto, fatte salve le quotate. Se tale proposta dovesse essere accolta in pieno, potranno partecipare alle gare per i subentri nelle concessioni idroelettriche solo i soggetti privati o grosse realta' pubbliche quotate. Quindi, gli Enti Locali e le loro Societa', che svolgono anche servizi di pubblica utilita', viste le dimensioni, non avrebbero di fatto nessuna possibilita' di partecipare alle gare''. E' quanto denunciano i delegati politici ANCI all'Ambiente e alla Montagna Filippo Bernocchi ed Enrico Borghi.
''Inoltre – aggiungono - a breve termine i Comuni saranno obbligati a cedere le partecipazioni che hanno nelle Societa' di qualsivoglia genere, sancendo cosi' la definitiva preclusione dalla partecipazione alle gare per concessioni idroelettriche''.
''Sarebbe quindi necessario introdurre misure compensative che, attraverso il riconoscimento di incentivi agli Enti Locali, favoriscano la transizione graduale verso le forme di aggregazione industriale che il Governo si prefigge di raggiungere. In assenza di una tale correzione - segnalano i due esponenti ANCI - l'Articolo 16 imporra' una vera e propria espropriazione di attivita' produttive fino ad oggi a disposizione degli Enti Locali ed una fonte di risorse finanziarie preziose, soprattutto in questa particolare fase della congiuntura economica, per far fronte all'esigenza di soddisfare la domanda di servizi pubblici locali''.
''Sono circa 800 le Societa' partecipate dai Comuni che esercitano attivita' in campo energetico e, quindi, si tratta di una platea vastissima di Comuni, tra cui quelli montani dove risiede il patrimonio idrico. La fornitura di servizi di natura pubblica non puo' essere considerata a carico dei Comuni quando e' un costo (si pensi ai trasporti) ed essere invece sottratta al loro controllo – sottolineano - quando genera utili o benefici per il territorio come nel caso dell'energia''.
''Come insegna il referendum sull'acqua dello scorso anno, si tratta di una materia che tocca profonde sensibilita' nelle popolazioni locali. Quindi – concludono Bernocchi e Borghi - ogni modifica nell'assetto normativo deve essere disegnata in modo da non aprire la strada a oligopoli che sfruttano i territori senza alcun ritorno''.
Redazione del CorrieredelWeb.it
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