Svolta autoritaria? E’ una questione di numeri (di Democrazia Atea)

Creato il 28 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Riporto la newsletter di Democrazia Atea, firmata dal segretario Carla Corsetti. Sulle questioni che riguardano il papa e la Chiesa cattolica credo che serva una più attenta analisi. Carla Corsetti è molto informata e degna di considerazione in proposito, tuttavia qui svolge un’altra riflessione. L’art. 138 della Costituzione è una norma di garanzia inderogabile. Modificare questa norma significa che tutti i diritti costituzionali saranno indeboliti. Il diritto all’uguaglianza, il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, tutti i diritti costituzionali potrebbero restare pallidi ricordi di un tempo sprecato. Modificare l’art. 138 oppure consentire anche per una sola volta che la sua validità sia sospesa, è come autorizzare una tantum un omicidio. Il disegno di legge costituzionale 813 per la istituzione di una commissione parlamentare per le riforme costituzionali prevede di derogare una tantum all’art 138 della Costituzione. Dunque si chiede al Parlamento di sospendere la norma di garanzia più importante della Costituzione. La motivazione addotta è ridicola: si paventa una finta necessità economica e sappiamo che in Parlamento stagnano personaggi già collaudati a credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak, figuriamoci se non riusciranno a credere che la sospensione delle garanzie costituzionali racchiuse nell’art.138 della Costituzione potrà aumentare i posti di lavoro o far diminuire il debito pubblico. L’art. 283 del codice penale, prima della riforma, prevedeva che “chiunque commetta un fatto diretto a mutare la costituzione dello stato o la forma di governo, con mezzi non consentiti all’ordinamento Costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”. Nel 2004 una parlamentare della Lega Nord, tale Lussana, presentò un testo di modifica dell’art. 283 codice penale. Nel giro di due anni il governo del massone di Arcore approvò il nuovo testo dell’art. 283 codice penale che così recita “chiunque, con atti violenti, commetta un fatto diretto e idoneo a mutare la costituzione dello stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni”. Un disegno di legge non è di certo qualificabile giuridicamente come atto violento. Furono in pochi, e inascoltati, ad intuire che quella modifica dell’art. 283 del codice penale spianava la strada ad un governo autoritario attraverso atti parlamentari. Il disegno di legge 813, ora all’esame del Parlamento, si pone in continuità con quel progetto eversivo e gli italiani sono talmente ottenebrati dai talk show ed estasiati dalle performance del finto povero Bergoglio, che non se ne cureranno più di tanto, ancora sotto shock perché Miss Italia non si esibirà attraverso i canali RAI. Stiamo assistendo alla trasformazione lenta della nostra democrazia verso un governo che ci priverà di diritti e garanzie, rassicurati dal volto di un bravo ragazzo che sembra prestato per caso al ruolo di Presidente del Consiglio e che invece, quale “nipote dello zio” è più pericoloso di un cobra che sa nascondere abilmente la sua aggressività mentre si accinge a stritolarci. Carla Corsetti Segretario nazionale di Democrazia Atea www.democrazia-atea.it

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