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Svolta verde in Gabon in vista della Conferenza di Parigi a dicembre

Creato il 01 giugno 2015 da Marianna06

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Esportatore di greggio, ma anche aspirante pioniere di politiche ‘verdi’ in Africa. Il Gabon, quarto produttore di petrolio del continente, punta a sviluppare sempre più un’economia a basse emissioni di carbonio. Una scelta che, però, si accompagna anche a polemiche.

Per ridurre la dipendenza dello stato dalle attività legate agli idrocarburi, il governo vuole puntare su un altro patrimonio: le foreste che coprono l’87% della superficie del paese.

Da sfruttare, innanzitutto per il loro potenziale naturalistico e turistico, valorizzando siti come Saint-Denis, a mezz’ora di navigazione dalla capitale Libreville. Qui coesistono tre ecosistemi: mangrovie, savane e foresta tropicale. Le autorità si sono impegnate a mantenere incontaminata l’area, consentendo la visita solo a quanti saranno in grado di pagare 1.000 dollari per ogni notte di soggiorno.

Più controverso e meno in linea con la scelta ‘verde’ è però un altro progetto: quello di sviluppare nel paese la produzione di olio di palma, in cui già sono coinvolti gruppi come Siat, belga, e Olam, di Singapore. Espandere l’attività però richiederebbe un disboscamento massiccio, che farebbe scendere il tasso di presenza di foreste all’84%, con prevedibili danni per alcune porzioni dell’ecosistema.

Anche in previsione di possibili polemiche il paese guidato dal presidente Ali Bongo, considerato legato alle multinazionali che coltivano la palma, ha dunque deciso recentemente di rendere pubblici i dati nazionali relativi alla lotta contro il cambiamento climatico.

È il primo paese africano a farlo, mentre si avvicina la conferenza di Parigi sul tema, in calendario per dicembre. Ma anche i risultati vantati si basano soprattutto sull’enorme ‘polmone verde’ del paese, 22 miliardi di ettari che lo sviluppo incontrollato di alcune attività può mettere a rischio.

              a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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