“L’uomo è concepito per galleggiare. Infatti il galleggiamento è una conseguenza naturale di tutti gli esseri umani…. chi più e chi meno, a seconda della costituzione. Invece, il controllo del respiro in acqua, ossia le piccolissime apnee e successivamente le classiche bollicine, indispensabili per nuotare o stare nell’acqua con sicurezza e tranquillità, devono essere apprese mediante precise metodologie.Vabbeh! Evidentemente questi passaggi ce li siamo persi, ma d’altronde questa guida l’abbiamo trovata che Princi aveva già un anno abbondante… tutto tempo sprecato, e soprattutto ormai il danno era fatto.
Durante il bagnetto, mediante il gioco e il divertimento è necessario “risvegliare” questa capacità di adattamento dell’acqua sul viso. Per fare questo dovrete, ogni volta che fate il bagnetto al vostro bambino, mandare l’acqua sul viso con questo sistema:
(…)
A) Posizionatevi con sicurezza
B) Tenete e sostenete il bambino con prese sicure ma non strette
C) Utilizzate una dolce comunicazione (telecronaca)
D) Con la ciotolina o un bicchiere di plastica prendete un po’ d’acqua e prima di versare l’acqua sul viso al bambino iniziate la dolce comunicazione, tipo:
“…Marco, sei pronto? Adesso la mamma Ti manda un po’ d’acqua sul viso, sei pronto? Tre, due, unooooo, Viaaaa!!..”.
Al via dovrete mandare l’acqua sul viso partendo dall’alto da destra o sinistra della fronte, un po’più in lato della tempia (Foto 1 e 2). L’acqua inizierà a scendere e dovrete far scorrere l’acqua fino al centro della fronte (il punto di arrivo della cascatella). L’acqua chiaramente scenderà e ricoprirà le prime vie respiratorie (naso e bocca) del bambino che, in quel mentre, sarà in apnea (foto 3 ).
E) Al termine della procedura (foto 4) ricordateVi sempre di non essere avari nei rinforzi, ossia nei complimenti che dovrete fare al bambino tipo: bravo Marco, evviva!! Anche un bel applauso può condire questo momento così particolare
F) A pochi giorni di vita la quantità d’acqua che scenderà sulla parte centrale del viso (naso e bocca) sarà minima, ma sufficiente per coprire il naso e la bocca. Se il bimbo non manifesta disappunto (eventuali pianti sono fisiologici per l’impegno profuso) potete ripetere questa operazione tra o quattro volte (non in modo consecutivo) ad ogni bagnetto.
G) Successivamente dovrete aumentare la quantità d’acqua fino ad arrivare, generalmente al 3° mese, ad una ciotolina piena corrispondente a un classico bicchiere da tavola. Poi con i bimbi dal 5° mese in avanti potrete utilizzare anche una ciotolina ancora più grande (capiente come due bicchieri d’acqua circa).
H) Con la crescita, una volta acquisita la confidenza con questa procedura, noterete che molti bambini tendono, attraverso il gioco, a buttarsi l’acqua sulla testa anche autonomamente!"
Fonte “Acquaticità e sicurezza”
Princi ha sempre odiato l’acqua sul viso, ha sempre odiato l’acqua negli occhi, ne ha sempre avuto semplicemente terrore, odio, rigetto. Potete immaginare facilmente le scene ogni volta che si è trattato di lavarle i capelli: appena capiva quello che stavamo per fare iniziava in sequenza a
- organizzare i lineamenti nella migliore interpretazione della sua faccia da cartone animato piangente (avete presente mento in fuori, labbra verso il braccio, occhi lacrimosi?)
- cercare una via di fuga
- non trovando la via di fuga, cercare l’abbraccio di mamma nell’illusione di un improvviso ripensamento
- non credendo più nel ripensamento, iniziare a strillare da quando la prima goccia d’acqua la toccava a quando il rubinetto non era definitivamente chiuso.
Una tragedia. Più di una volta ho avuto paura che citofonassero i carabinieri per verificare che non la stessimo sgozzando. Abbiamo provato in tutti i modi, ma niente ha funzionato: giochi, giochini, spugne colorate, canzoncine, ogni tentativo è stato metodicamente oggetto di un suo rifiuto e di un nuovo strillo con lacrimone annesso.
Rileggo. No, non ho sbagliato le consecutio, né la scelta dei tempi dei verbi. Vanno bene tutti quanti al passato... perché da qualche giorno tutta questa scena non si ripete più.
All’improvviso.
Dalla sera alla mattina.
Senza preavviso, senza spiegazione, senza motivo.
Ho anche controllato che fosse sempre lei.
No, non ce l’hanno cambiata!
Non me ne hanno dato un’altra per sbaglio al nido e non l’ho scambiata con un'altra bimba al supermercato.
Mi restano da verificare le opzioni Visitors-extraterrestri e affini, candida camera, scherzi a parte e c’è posta per te, possessione da esorcismo, salto di dimensione e Lost (quando non ci si capisce nulla Lost ci sta sempre bene).
Fatto sta che l’altra sera, dopo aver giurato di avere i capelli puliti e che quello con i capelli sporchi era Ciccio, e dopo aver mimato lo shampo sulla testa di tutti i componenti della famiglia (compresi nonni, zia e canetripode), Princi, per la prima volta, mentre perparavamo il bagnetto, non si è esibita nella faccina da cartone animato, ha iniziato a ridere appena ha sentito le prime gocce d’acqua sui piedini, è voluta scendere da sola nella vasca e appena posati i piedi ha impugnato la doccetta e… ha iniziato a lavarsi “da sola”.
Il Principe Consorte ed io eravamo esterrefatti! Ci siamo anche guardati intorno per vedere se veramente non si trattasse di uno scherzo e, dopo un po’, abbiamo provato timidamente a bagnarle la testa con la spugna… miracolo: si è bagnata gli occhietti, ha chiesto una salvietta per asciugarseli e ha continuato a ridacchiare e sciacquarsi.
Fantastico. Mai assistito ad un cambio di atteggiamento così improvviso e radicale… no… ci ho pensato, nemmeno Fini regge il confronto!
Ora, addirittura, piangiucchia quando la togliamo dall’acqua perché vorrebbe continuare a giocare e, presa dallo slancio della nuova autonomia, vorrebbe addirittura asciugarsi i capelli da sola con il phon e una volta vestita va in giro mostrando a tutti i capelli dicendo “ ’liti, ‘liti”
Non capiamo veramente cosa sia successo, ma va bene così, non ci facciamo troppe domande per paura che da un giorno all’altro ci ridiano la Princi vecchia maniera, anche se, dopo lunghe riflessioni le due ipotesi più accreditate sostengono che:
a) una delle bimbe dell’asilo se la sia presa da parte e l’abbia finalmente introdotta ai piaceri del bagnetto;
b) si sia innamorata e, come gli adolescenti, abbia improvvisamente scoperto i piaceri dei della pulizia e dei profumi.
… oppure siamo davvero in una puntata di Lost.