“I Poliziotti, dopo l’arresto, la sorveglianza, l’assistenza nutrizionale e sanitaria, possono anche ristrutturare le camere di sicurezza!”
“Dopo notti insonni trascorse a tormentarci per le ulteriori grane riversatesi su di noi dopo le gravose previsioni del cosiddetto svuota-carceri, che ci attribuisce nuovi compiti a gogò tutti da scoprire a cui non siamo affatto deputati né peraltro preparati, abbiamo finalmente trovato l’idea che risolverà gran parte dei problemi, quantomeno degli arrestati che dovremo trattenere presso le nostre inumane e indecorose camere di sicurezza: il Poliziotto muratore-imbianchino!”.
Ironizza così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, tornando su una questione che da settimane tiene banco a proposito del decreto legge del Ministro Paola Severino per fronteggiare l’emergenza del sovraffollamento delle carceri, nel quale è stabilito, tra l’altro, che gli arrestati in attesa di giudizio direttissimo vengano trattenuti nelle camere di sicurezza delle Forze dell’Ordine. Una previsione che ha scatenato la reazione dei Rappresentanti del Comparto, a causa delle insostenibili complicazioni che ciò comporterà nell’espletamento del servizio, poiché gli uomini impegnati nella sorveglianza degli arrestati – ben dieci in una giornata per una singola persona da sorvegliare – saranno sottratti ai compiti che gli sono invece propri per garantire la sicurezza dei cittadini, ed anche per via della totale inadeguatezza delle cosiddette camere di sicurezza, il più delle volte vetuste, cadenti e totalmente prive di ogni mezzo necessario a far fronte alle necessità dell’arrestato, al quale è anche impossibile garantire assistenza sanitaria o di qualsiasi altro genere o fornire vitto adeguato all’interno degli uffici.
“Le nuove statuizioni del Governo – insiste Maccari – ci hanno già di fatto trasformato in perfetti factotum che cominciano con l’andare in strada, fermare chi commette un reato (ma solo uno, perché poi i Poliziotti non hanno più tempo e modo di fermarne altri, dovendo restare a vigilare sul primo sfortunato che incappa nelle loro mani!), arrestarlo, portarlo nei nostri uffici, e poi procurargli da mangiare, da bere e tutto il necessario per lavarsi ed espletare gli altri suoi bisogni vari, dopo, ovviamente, avergli fatto anche un controllino medico per vedere che non sia affetto da qualche malattia infettiva o altro che noi stessi, poi, porteremmo a casa dai nostri bambini!”.
“Beh – aggiunge il Segretario del Coisp -, visto e considerato che dobbiamo provvedere a tutto questo, senza peraltro avere i minimi strumenti necessari, perché fermarsi qui? Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno! Possiamo benissimo munirci di cappellino di carta di giornale e, cazzuola alla mano, provvedere noi stessi alla ristrutturazione totale delle camere di sicurezza. Così almeno salviamo la faccia a chi ha stabilito di farci trattenere gli arrestati negli uffici per fronteggiare l’emergenza carceri. Immaginate che figura faranno altrimenti i nostri governanti frettolosi quando sarà chiaro a tutti che questa cosa non risolve un bel nulla di nulla, considerato non solo che una tale previsione è totalmente inutile di fronte ad un’emergenza di ben altre proporzioni, ma soprattutto che non sarà praticamente attuata quasi mai, dal momento che alle camere di sicurezza non si può far ricorso se non sono in condizioni idonee. Oggi a malapena sono utilizzabili gli uffici dove lavoriamo e dove ci arrabattiamo senza mezzi sufficienti per quelli che in origine erano i nostri compiti, figuriamoci quante camere di sicurezza in Italia saranno in condizioni di ospitare dignitosamente qualcuno…”.
“Se al Ministero non ritrovano lucidità – conclude Maccari – e non intervengono subito a riportare le cose nell’alveo della realtà, della concretezza e della reale utilità, confrontandosi ulteriormente con chi segnala
pericoli di disfunzioni gravi nella gestione della Sicurezza, allora veramente a noi Poliziotti non resta che cominciare a impastare il cemento”.
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