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Svuotare e riempiere la stessa buca ogni giorno

Creato il 08 novembre 2012 da Andreapomella

Il dipartimento occupa uno squallido edificio a tre piani, dentro ci stanno un centinaio di uffici dove lavorano ogni giorno quattrocento dipendenti. All’ingresso c’è un servizio di sorveglianza che vigila su chi entra e chi esce. Alle cinque del pomeriggio esco da uno di questi uffici in cui, come ogni martedì e giovedì, sono rimasto a marcire per nove uggiose ore, l’ufficio da cui esco è al secondo piano, la porta dà su un lunghissimo tetro corridoio illuminato da lampade al neon bianco ghiaccio. Sul corridoio c’è una fila di poltroncine blu e un distributore automatico di snack. Sulle poltroncine ci sono due adolescenti, un ragazzo e una ragazza, che si baciano come se stessero su una panchina di Villa Borghese. Qualcuno gli chiede se hanno un appuntamento. Il ragazzo risponde di no. Gli fanno presente che se non hanno un appuntamento non possono stare sulle poltroncine a baciarsi (se avessero un appuntamento potrebbero continuare a baciarsi?). I due ragazzi si guardano con un sorriso complice e un po’ ebete. Fuori fa freddo, hanno trovato la porta aperta, non c’era nessuno del servizio di sorveglianza, così devono aver pensato che non c’è nulla di male a entrare nel dipartimento, farsi due rampe di scale e trovarsi un posto comodo in cui baciarsi in santa pace. Non riescono a capire perché per fare tutto questo occorra come requisito principale avere un appuntamento. Fatto sta che si alzano e se ne vanno. Io chiudo la porta dell’ufficio e resto un po’ lì a guardarli mentre si allontanano con passo indolente. Improvvisamente mi sento come uno che svuota e riempie la stessa buca ogni giorno. Loro fra un momento saranno fuori, e per uscire da questo posto non dovranno timbrare un cartellino.


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