Swamp Shark
Già si era affrontato tempo fa, in un bello speciale sulla rivista cartacea, il mondo degli shark movie, fenomeno inarrestabile e che domina incredibilmente il mercato dei dvd, visto che se ne continuano a produrre a bizzeffe e sempre più deliranti, motivo per cui ci si è sentiti in obbligo, in un certo senso, di aggiornare la lista con qualcuna delle nuovissime offerte che ci vengono proposte.
Iniziamo subito a parlare di Swamp Shark. Tutto inizia quando uno sceriffo psicopatico si fa portare come animale esotico uno squalone gigante, cattivissimo, dalla razza ignota che per il solito incidente di imbecillità umana verrà liberato all’interno di una palude. Dopo un attacco ad un “coccodrillaio” dove il mostruoso pesce fa razzia di rettiloni e inservienti, la nostra eroina sola contro tutti non ci metterà molto ad alzare il solito gruppetto di prodi sfigati, con cacciatore di squali annesso, pronto ad affrontare sia la minaccia “acquatica” che quella “istituzionale” del folle sceriffo che, ovviamente, vuole tenere tutto a tacere. Come se non bastasse, i soliti adolescenti allupati in costume da bagno organizzano la classica, infelice festa che serve solo da bodycount incontrollato fino a quando finalmente le minacce non saranno debellate.
Del lotto dei film presentati questo è paradossalmente il più “normale” e, per il tipo di prodotto di cui si parla, non è neanche fatto male: lo squalo è mostruoso quanto basta e realizzato con una discreta CG, il gore non manca tra teste mozzate al volo (grande in questo senso la morte del poliziotto guardone, vero zenit del film) e gente sgranocchiata nei modi più disparati, e, nonostante la solita drammatica sceneggiatura che disegna personaggi macchietta dai dialoghi allucinanti, va segnalato uno sforzo discreto per raggirare alcuni stereotipi del genere (in questo caso l’eliminazione dello squalo non è conseguenza dell’immancabile esplosione, ma il frutto di un idea molto più “exploitation” e divertente). Insomma incredibile ma vero, sembra quasi un prodotto “decente”, ma è proprio questo il suo limite più grosso: l’ambientazione paludosa si è già vista (e decisamente sfruttata meglio) nel cultissimo beast movie Frankenfish, le varie morti che si susseguono sono sì sanguinose, ma anche piuttosto “canoniche”, e prima che il film cominci a giocare bene le sue carte con l’assalto al mostro passa troppo tempo tra chiacchere inutili e sequenze piazzate giusto per raggiungere il metraggio necessario. Se avesse “osato” di più questo film sarebbe stato sicuramente notevole, così invece, nonostante la buona volontà e le premesse divertenti, c’è la sensazione che proceda troppo a passo agiato e con le cinture di sicurezza per essere apprezzato dagli irriducibili amanti degli animali malvagi, per cui, ovviamente, risulta troppo stupido per tutto il resto della popolazione mondiale.
Sand Sharks di Mark Atkins
Per (s)fortuna i masochisti irriducibili possono colmare la delusione con il folle Sand Sharks di Mark Atkins (esperto di abomini in quanto responsabile di alcune celebri “perle” Asylum quali Transmorphers 2, Alien vs Hunter, il pazzesco Snake on a train e tanti altri), dove tutti i requisiti per il perfetto film demm***a sono stati rispettati scrupolosamente. Fin dal titolo si mettono le cose subito in chiaro e non si perde tempo ad introdurre i mostri. Ecco quindi che un biker che fa motocross sulla spiaggia viene inseguito e mangiato da uno dei sand shark. Si, al plurale perché non ce n’è solo uno; il contesto è il solito: il figlio spregevole e demente del sindaco imbecille di turno vuole organizzare un maxiparty a scopo di lucro nella spiaggia territorio di caccia degli orribili squali. Anche la polizia si accorgerà dell’esistenza di questi esseri, ma non è che la comunità rimanga sconcertata più di tanto. Durante la riunione per decidere cosa fare esce fuori il consueto vecchio pazzo che si qualifica come esperto cacciatore di “sand shark”, insieme all’improbabile esperta biologa Brooke Hogan. I due, insieme al solito gruppetto di imbecilli soli-contro-tutti, tenteranno di fermare la minaccia. Intanto vari shark attack si susseguono senza alcun guizzo e divertimento. Toccherà aspettare oltre un’ora di film per gustarsi qualche chicca seria di demenza, come un tipo che tenta di salvare l’amica poliziotta troncata a metà dicendole: “Resisti, stai con me!”. Purtroppo solo negli ultimi dieci minuti è presente l’unico colpo di scena del film: i sand shark visti fino a quel momento sono solo cuccioli, e quindi ecco arrivare, non si sa da dove, un gigantesco sand shark che si tuffa da montagna a montagna e che verrà ovviamente eliminato dalla solita e liberatoria esplosione, lasciando la popputa Brooke Hogan e lo sbirro eroe vivi e felici sotto una pioggia di frattaglie sanguinolente. O almeno così sembra visto l’immancabile twist pre – titoli di coda….
Sand shark è il classico animal-attack realizzato malissimo in ogni suo reparto, che parla direttamente al pubblico più hardcore e predisposto a questo genere di obbrobri direct-to-dvd; purtroppo gioca una carta che ormai va sempre più di moda in questo tipo di produzioni e che normalmente contesto: l’ostentazione di umorismo “fanzinaro”. Che è molto più penoso che avere intenti seri, perché questo canovaccio volutamente “trash” e “spassoso” mette solo tristezza e, paradossalmente, annienta ogni possibilità di risata liberatoria, che è il pane per affrontare roba del genere. Inoltre se l’idea di base (ovvero quella di spostare le solite dinamiche da shark-movie sulla terraferma) è effettivamente curiosa e divertente, dall’altra parte è sfruttata che più male non si poteva, e già dopo il secondo attacco non si fa più caso a niente, e il rischio è solo quello di addormentarsi. Con effetti in CG ovviamente pietosi e design dei sand shark tremendo (sembrano davvero degli stronzi umani con i denti), questo film ha però il pregio di presentare la possibile nuova reginetta degli shark-movie demm***a, ovvero Brooke Hogan, che è anche presente nella testa di serie di questa panoramica immonda.
2-headed shark attack
Anzi, doppia testa di serie, visto che l’altro film in questione è l’ultimo aborto di casa Asylum “2-headed shark attack”, titolo che, come al solito della rinomata casa di produzione, racconta praticamente tutto quanto. Un grosso squalo a due teste ringhia e si muove a velocità supersoniche per tutto il film e attacca una serie di bagnanti anche a due metri dalla riva dove l’acqua arriva alle caviglie. Ad un certo momento prende di punta una barca in cui, incredibilmente, c’è una classe di studenti ricercatori in bikini e costume da bagno. A bordo c’è di tutto: l’imbecille palestrato vigliacco che fa vedere i muscoli a tutti, il negro buono, la negra isterica con le fisime assurde da Paris Hilton rincoglionita, la lesbica isolata che fa amicizia con la dura dall’età decisamente fuori corso (la Hogan ovviamente), e tanto altro anonimo bazar fatto di zoccole e machi pezzenti, il tutto sotto i vigili occhi dell’illustre docente di “prendo-il-sole-e-grido-aiuto” Carmen Electra (che recita peggio che in Vacanze di Natale 2000, ma che comunque mantiene un suo plasticoso perché); e per concludere l’incredibile apparizione di Charlie O’Connel (fratello del mediamente più noto Jerry “Il mio amico Ultraman” O’Connel), vestito come il personaggio interpretato da suo fratello in Piranha 3D di Alexandre Aja, ma che si comporta come Michael Parè in uno qualsiasi dei suoi film (senza ovviamente la sua classe crepuscolare che lo erige ad essere l’Al Pacino dei film demm***a). Va di fatto che i danni causati all’imbarcazione dall’anfetaminico squalo bicefalo costringono i nostri beoti a dividersi in due gruppi per raggiungere un atollo sperduto e palesemente disabitato nella speranza, però, di trovare del “ferro” per riparare il danno. Mentre Carmen Electra prende il sole e una delle disadattate muore senza che nessuno se ne accorga per buona parte del film, il gruppo di prodi, capeggiato dal prof. O’Connel, raggiunge l’atollo in cui, ovviamente, non trova nessuno (salvo delle tende simil-gitano con degli strumenti non distinguibili vicino), ma, in compenso, scoprono che il pezzetto di terra sta sprofondando negli oceani proprio in quel momento. Nel frattempo, durante la sosta all’atollo, il body count va fuori di testa con gli studiosi che si dilettano in threesome acquatici letali, scelte tattiche imbecilli dall’ovvio e funebre esito, e vari modi per catturare lo squalo bicefalo, attirandolo con l’elettricità in modo da ritornare sulla nave. Vabbè, crepano fortunatamente quasi tutti e, come il caffè e l’ammazzacaffè, il mostro esplode (due volte ovviamente), e alla fine i sopravvissuti sono felici e contenti.
Che dire ulteriormente…. Rispetto alla normale routine dei prodotti Asylum, possiamo notare “positivamente” la diversità degli ambienti riciclati (la spiaggia rimane sempre, però di nuovo c’è che tutta l’altra metà del film è ambientata su un super yatch), qualche momento gore in più del solito (anche se tutto è girato così male che non si capisce mai nulla di quello che accade) e, soprattutto, va detto che appare, per girare qualche dettaglio, una copia non digitale del mostro talmente brutta da far rimpiangere i pixel del Megalodon e del Mega shark. Ovviamente tutto il comparto tecnico e artistico lavora di un male che è impossibile da descrivere e, nonostante la noia che aleggia nell’insieme, il film non è una “truffa” per gli amanti del cinema demm***a come Mega shark vs Giant octopus. Anzi direi che, insieme al pazzesco Sherlock Holmes e Mega Shark vs Crocosaurus, è sicuramente tra i film più divertenti che la casa leader in aborti cinematografici ha proposto.
Ora fate la tara di tutto quello che ho detto sui titoli citati e fatevi due conti. Buona camicia a tutti.
Raffaele Picchio
Scritto da Raffaele Picchio il mag 9 2012. Registrato sotto IMMONDO MOVIES, RUBRICHE. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione