Dopo una serie di spin-off tutti piuttosto riusciti, Disney rilascia un vero e proprio seguito per Dov'è la mia acqua
Con il successo riscosso da Dov'è la mia acqua? e relativi spin-off, l'arrivo di un seguito vero e proprio era l'evento più scontato che ci si potesse attendere. Il puzzle game, per sua natura, ha un potenziale molto ampio, basandosi su variazioni più o meno sensibili di una struttura ormai ben rodata e sicuramente funzionante, cementata con l'esperienza degli spin-off che hanno offerto anche quello che mancava in parte all'originale, ovvero un po' di ambientazioni e caratterizzazioni differenti.
Proprio a causa di questa varietà di soluzioni proposte, la presenza di un vero e proprio "2" accanto al nome dell'originale avrebbe dovuto garantire qualche effettivo passo avanti dal punto di vista strutturale. Dov'è la mia acqua? 2 fatica invece a guadagnarsi quel numero che dovrebbe attestare la sua essenza di seguito, e dunque evoluzione sostanziale di un puzzle che ha già ormai espresso buona parte del suo potenziale. E' vero anche che, trattandosi di un gioco comunque godibile, un more of the same non risulta certo sgradito e le aggiunte applicate, nella forma di nuove modalità e livelli dall'impostazione diversa dal solito, sono apprezzabili, ma la sensazione è che si tratti veramente del minimo sforzo effettuato dagli sviluppatori per continuare a spremere un brand che, dopo un'ottima idea iniziale, ha ceduto il passo più alle sperimentazioni di marketing che a nuove soluzioni di gioco. Certo, si tratta di un gioco gratuito, dunque anche chi ha praticamente consumato l'originale non esiterà probabilmente a dedicarcisi, ma una certa stanchezza strutturale risulta evidente già dai primi livelli, complice il riciclo di situazioni ed elementi grafici dal primo capitolo. Poi c'è la questione degli acquisti in-app: proprio dall'essenza gratuita del titolo, potenziale punto di forza di un seguito che potrebbe non aver molto da dire, si lega invece uno dei suoi difetti peggiori, data una gestione veramente discutibile di questo modello di business.Alligatori igienisti e non solo
La struttura del gioco si basa sempre sui comportamenti fisici dei fluidi e il modello è quello, ottimo, utilizzato già nei capitoli precedenti, ma in questo caso la presenza parallela di Swampy, Cranky e Allie è maggiormente radicata nella progressione tra i livelli fin dall'inizio, cosa che contribuisce a diversificare le situazioni di gioco in maniera più ritmata. I tre diversi alligatori richiedono le medesime azioni del passato: Swampy ha bisogno di acqua per alimentare la sua doccia, Cranky vuole l'acido per "pulire" i suoi rifiuti e Allie richiede vapore per azionare il suo organo. In tutti e tre i casi si tratta di "cancellare" la sporcizia presente all'interno dei livelli incanalando i fluidi entro particolari percorsi, cercando al contempo di raccogliere paperelle e oggetti vari o azionando interruttori e rubinetti. La maggiore novità presente in questo seguito è la presenza di varianti con cui affrontare uno stesso schema, consentendo una buona quantità di soluzioni di gioco che ampliano la già vasta dotazione di livelli presente.
Tra le nuove introduzioni segnaliamo la possibilità di affrontare i livelli capovolti, con conseguente stravolgimento delle strategie adottate al primo passaggio, la variante che richiede di non toccare le paperelle e gli interruttori e la presenza di livelli basati sulla nuova meccanica dello scrolling automatico in verticale, che ci costringe a seguire il movimento dello schermo agendo velocemente, in modo da non lasciare l'acqua al di fuori dell'inquadratura. Il centinaio di livelli presenti sono suddivisi in macro-aree a sbarramento, con accesso legato alla quantità di paperelle raccolte, dunque il ritorno su livelli già completati per ottenere punteggi migliori diventa necessario per poter proseguire. Le micro-transazioni presenti nel gioco non sono legate necessariamente allo sblocco di nuovi livelli, ma si integrano continuamente nel tessuto del gameplay. Oltre al semplice acquisto "standard" di power-up che possono facilitare l'azione, l'elemento più invasivo è dato dalla presenza di una barra di energia che cala ad ogni tentativo di completare un livello, che si concluda con successo o meno. Questo significa che la barra scende progressivamente in ogni caso, sia che si giochi bene o che si faccia degli errori, e una volta giunta al termine è necessario pagare per riempirla, oppure interrompere il gioco e attendere pazientemente. I tempi sono peraltro piuttosto lunghi per la ricarica completa, in netto contrasto con la brevità che caratterizza i livelli, cosa che spezza in maniera fastidiosa il ritmo di gioco, soprattutto nelle fasi più avanzate quando i tentativi falliti cominciano ad essere svariati. La soluzione proposta è dunque lo "spam" su Facebook (opzione peraltro ricordata in continuazione, tramite avvisi e popup, nel corso del gioco) o l'acquisto di pacchetti di energia, che comunque sono sempre consumabili, nonostante in certi casi raggiungano cifre assolutamente ragguardevoli.Dov'è la mia acqua? 2 - Il trailer di lancio
Con Dov'è la mia acqua? 2 Disney è andata sul sicuro riproponendo sostanzialmente l'ottimo gameplay dell'originale con qualche aggiunta marginale ma ben integrata, generalmente riuscendo a costruire un'interessante progressione tra i livelli con le varianti proposte e l'alternanza continua tra i personaggi. E' comunque troppo poco per giustificare un seguito dopo un primo capitolo di così grande successo e due spin-off altrettanto diffusi, che sembrano ormai aver esaurito le potenzialità della formula originale. Al di là della scarse innovazioni, il gioco si segnala anche per un approccio alquanto "avido" al modello free-to-play, con il costante rimando ad acquisti in-app anche onerosi ma sempre consumabili e richiami continui allo "spam" su Facebook.
Giorgio Melani @GiorgioMelani1Pro
- La struttura è sempre quella, solida e divertente
- Tanti livelli da rigiocare anche con le varianti
- Buon assortimento dato dall'alternanza dei tre personaggi
Contro
- Innovazioni poco sostanziose per essere un seguito
- Continuo e sistematico ricorso a micro-transazioni per proseguire nel gioco
- Chi ha giocato il primo e gli spin-off ne avrà forse abbastanza