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Syndone-"La Bella è la Bestia"

Creato il 06 giugno 2012 da Athos Enrile @AthosEnrile1


Poco più di un anno fa, in questo spazio avevo parlato del precedente album dei Syndone, Melapesante. Ripropongo il link di quell’articolo perché l’intervista realizzata allora con Nik Comoglio tocca aspetti generali della musica, dalla definizione di prog ad Abbey Road, che vale la pena di ricordare:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Syndone-Melapesante
La band ha appena realizzato un concept album che prende spunto dalla famosa fiaba, La Bella e la Bestia. Nell’occasione è stato posto al titolo un accento supplementare, trasformando una congiunzione in un verbo, ed il titolo dell’album è diventato “La Bella è la Bestia”. Approfondirò a seguire. Un ritocco alla formazione e Syndone si trasforma in trio - ricalcando la line up anni ’90- con Francesco Pinetti (marimba, vibrafono, percussioni) e Riccardo Ruggeri (voci e concept) accanto a Nik Comoglio (tastiere). Questo organico base è stato incrementato da diversi ospiti, ma una sottolineatura è doverosa, perché non è comune il privilegio di avere in squadra un certo Ray Thomas (presente in due brani al flauto traverso), flautista e vocalist degli indimenticati Moody Blues, e occorre ricordare come la band inglese sia da considerare un archetipo del progressive rock (probabilmente i primi in ambito rock ad utilizzare il mellotron), categoria musicale in cui si inserisce a pieno diritto Syndone. Il tocco magico è fornito dal luogo in cui è stato effettuato il mastering dell’album, quegli Abbey Road Studio -già utilizzati in occasione del disco precedente- che in questo caso hanno visto una presenza tecnica importante, quella del produttore Greg Walsh
I motivi per cui la scelta del concept è ricaduta sulla fiaba realizzata da Beaumont  sono ben spiegati - nell’intervista a seguire realizzata da Synpress44- dall’ideatore e vocalist Riccardo Ruggeri, che ha utilizzato la conoscenza approfondita della materia, derivante da un  lavoro da poco svolto in ambito teatrale. Gli spunti di riflessione sono rilevanti e le possibili interpretazioni sono molteplici, ma credo che ogni singola “storia” con cui abbiamo convissuto e che abbiamo tramandato ai nostri eredi sia carica di significati e di morali che, tra allegorie e metafore, sono fonte di profondi insegnamenti, se non ci si ferma allo strato superficiale. Nei oltre quarantacinque minuti, suddivisi in dodici tracce, la storia originale viene sviluppata -utilizzando occhi “moderni”-, attraverso cinque personaggi: Bella, la Bestia, il padre di Bella, la Rosa e il narratore. Da evidenziare l’incredibile ed efficace modulazione vocale di Ruggeri, capace di interpretare e dare carattere ai differenti attori della favola musicata. Ruolo davvero complicato. Ma perché porre l’accento su di una vocale, alterando così il significato di un titolo, ma mantenendo intatti i fondamenti su cui  “Le Prince de Beaumont” fu ideato oltre centocinquanta anni fa? I sentimenti raccontati -amore, tristezza, senso di  libertà, invidia, odio- restano elementi forti, capaci di caratterizzare, purtroppo, il nostro quotidiano, qualunque sia il contesto, ma sono sempre uguali gli schemi? Siamo in grado, in caso di  slanci di onestà intellettuale, di rivedere le nostre convinzioni, e ritenere che difficilmente esistano posizioni assolute, facilmente superabili -o discutibili- se si esaminano le varie sfaccettature del problema? Belle dice alla Bestia, in un momento topico dell’album… “Quale stupore per le tue virtù… ora si svelano e oscurano le mie… parte è la bestia di me…” Dove sta il bene e dove sta il male? Chi è virtuoso e chi immorale? E’ davvero tutto come sembra o le prospettive cambiano? Tutti credono di possedere la verità!
Il tappeto musicale creato da Syndone è il prog secondo Comoglio, evoluto ma carico di elementi antichi. All’interno del booklet, come notazione finale, Comoglio elenca la serie- da brividi- di strumenti vintage utilizzati, da un Pipe Organ “Mola” del 1901 ad un Hammond M102 (e Leslie 147) del 1966, tanto per citarne un paio, il tutto accoppiato ad ampli valvolari e mixaggio analogico. Il risultato, dal mio punto di vista, è strepitoso, perché la sintesi derivante dalla miscela, mette in risalto un prog d’avanguardia, che trae linfa vitale dall’innesto di una qualità intrinseca che nessuna nuova tecnologia riesce ad abbattere. Per il valore aggiunto prettamente tecnico, ci ha pensato lo studio di registrazione inglese, anche se, come spiega Comoglio, l’importanza è forse più di carattere organizzativo. Molto curato e di impatto l’artwork e, fatto difficile da trovare, un book interno che, nonostante le dimensioni, si riesce a leggere! E credo che tutto ciò sia sufficiente per stimolare la curiosità, e innescare il corretto effetto domino.
Intervista realizzata da Synpress44
Dopo il comeback con Melapesante e il grande successo del disco, i Syndone tornano in pista con un nuovo disco. Ancora una volta un concept: La Bella è la Bestia. Com’è nata l’idea di questo nuovo disco? Riccardo) Spiegare come nascono le idee è assai complesso.... In questo caso posso ipotizzare che le cause siano state da una parte l'esigenza artistica di scrivere e produrre nuova musica, dall'altra il desiderio di creare un album più articolato, a livello narrativo, di Melapesante. Circa un anno fa ho lavorato sul racconto de La Bella e la Bestia per delle performance teatrali; quando Nik mi ha proposto di scrivere le liriche per il nuovo album, fresche erano nella mia mente le riflessioni e le immagini sui diversi personaggi della favola. Ho iniziato a figurarmi scene, luci, costumi, scenografie e la macchina creativa si è innescata. Più approfondivo la storia più mi si aprivano possibilità, ma ovviamente su un album bisogna scegliere le cose più importanti ed efficaci, quindi dopo scritture e riscritture, tagli, e brainstorming siamo arrivati alla stesura di questo concept album.
La Bella è la Bestia è un concept album: dalla mela del suo predecessore a una riflessione sul senso della cultura occidentale. Sintetizzateci il leitmotiv di questo concept. Riccardo) Le interpretazioni dei concetti espressi nel disco vorrei fossero soggettive, e forse “diverse” per ogni fruitore di quest'opera. Non mi va quindi di imporre un leitmotiv sulle mie riflessioni. Piuttosto evidenzierei il leitmotiv del metodo di esposizione della storia a livello di personaggi/ruolo e questo in rapporto alle diverse sfumature vocali che ho provato a dare. C’è un'alternanza costante tra momenti della favola e momenti in cui il “narratore” espone delle riflessioni. La vicenda è quella di Beaumont: non è stata alterata; le riflessioni sono inserti nuovi. Mentre rispondo a questa domanda mi accorgo che forse il vero leitmotiv, per darti una risposta più chiara, lo si può riassumere con i primi quattro versi delle liriche dell'album: “poco importa al nostro dire.....”
Che differenze di sound e approccio ci sono tra questo album e il precedente? Nik) È sicuramente un album più maturo e presenta un sound più rock, più ricco e più omogeneo di “Melapesante”;  sono molto soddisfatto del risultato raggiunto perché credo che abbiamo centrato in pieno l’obiettivo che ci eravamo proposti al momento della scrittura e cioè tentare la via del concept-album senza cadere nell’ anacronistico. Questo lavoro rappresenta l’idea di come noi intendiamo la musica prog nel 2012.
La tipicità dei Syndone è nel loro progressive “sinfonico”  privo di chitarre ma molto incisivo e d’impatto: qual è il segreto per ottenere questo tipo di sonorità? Nik) I “segreti” sono tre: prima di tutto la corretta scrittura delle parti, che a mio avviso è la cosa più importante e fondamentale delle tre; poi la scelta e l’uso di strumenti acustici ed analogici (vintage e non) accoppiati ad amplificatori valvolari e pre in classe A; infine il mix su banco analogico. Nel progressive sinfonico, l’arrangiamento si basa molto sull’orchestrazione che presuppone una buona conoscenza della strumentazione; mancando a noi, per scelta, il riempitivo della chitarra elettrica distorta, dobbiamo valutare, già nel momento della composizione, il rapporto ottimale tra le relazioni timbriche ed i “pesi” dei singoli strumenti che useremo. Questo fa sì che i suoni usati in registrazione risultino fusi fra loro sul piano armonico rimanendo però intellegibili, ed è ciò che rende il nostro “wall of sound” molto d’impatto.
Per il nuovo disco i Syndone si trovano in trio: che cambiamenti sono avvenuti? Nik) Siamo ritornati al trio per motivi di facilità decisionale, snellezza logistica e comunanza di idee.
Per La Bella è la Bestia c’è un grande ospite: il celebre Ray Thomas dei Moody Blues. Raccontateci tutto! Nik) Abbiamo proposto a Ray Thomas di fare degli interventi di flauto sull’album (e per questo ringrazio tantissimo Donato Zoppo che ci ha messo in contatto). Dopo un primo giro informativo di mail con la simpaticissima Lee (moglie di Ray) abbiamo parlato direttamente al telefono con Greg Walsh che ha messo a disposizione il suo studio in Inghilterra per le registrazioni. Le parti di flauto ci sono state poi rimandate via mail da Greg e noi non abbiamo fatto altro che sincronizzarle sul mix. Il giorno dopo il mastering ad Abbey Road siamo andati a trovare Ray, Lee e Greg nel Surrey: uno dei miei momenti highlights: poter parlare tranquillamente davanti ad una birra con una autentica leggenda della musica pop-rock internazionale, coevo e amico dei Beatles (specialmente di George Harrison) per me è stato fantastico!
Greg Walsh è un produttore assai influente: qual è stato il suo ruolo? Nik) Greg è stato importantissimo per due motivi: ha ripreso il flauto di Ray in maniera superba, esaltando e lavorando il suono con l’effettistica più all’avanguardia che c’è, facendo sì che si sposasse perfettamente con il suono del progetto tout-court. In più ci ha regalato preziosi consigli tecnici sul nostro sound nonché nuove idee promozionali ed organizzative per il futuro della band che derivano dalla sua lunga esperienza di produttore discografico internazionale.
Ray e Greg che tipo di valutazione hanno fatto sul Syndone-sound? Nik) Abbiamo ascoltato parte del master sia nello studio di Greg, (sulle sue casse Genelec) sia a casa di Ray ed entrambi hanno dato un parere molto positivo. Personalmente mi ha fatto molto piacere l’approvazione tecnica di Greg sul mio suono distorto, che ormai è una caratteristica del sound Syndone, su cui continuo a fare una costante ricerca di miglioramento disco dopo disco. Evidentemente sto andando nella direzione giusta!
Ancora una volta vi siete rivolti a Abbey Road per il mastering: che tipo di risultato si ottiene nei celebri studi londinesi? Nik) Agli studi della Emi sono particolarmente attenti al tipo di prodotto che gli sottoponi: questa forse è una delle differenze basilari rispetto agli studi italiani. Un genere come il nostro non deve venire masterizzato alla stregua di un disco pop, “schiacciando tutto in alto”. La nostra musica vive di piani e di forti, di colori che vanno rispettati e che senza un mastering personalizzato si perderebbero. Ad Abbey Road ci sono engineers per ogni tipo di genere musicale: tu scegli con chi vuoi lavorare in base alla loro scheda tecnica che trovi sul sito; il progetto viene quindi prima di tutto ascoltato ed analizzato; dopodiché si stabiliscono i criteri di masterizzazione ottimali… e se c’è poco da fare… si fa solo quel poco che serve!
Melapesante ha avuto un bel successo, soprattutto nei responsi della critica italiana e straniera: cosa vi aspettate da La Bella è la Bestia? Nik) Con “La Bella è La Bestia” credo si sia fatto un ulteriore passo avanti. Anche dal punto di vista dei testi le liriche di Rik sono più interessanti: esse sono più narrative ma nello stesso tempo sempre molto poetiche, nel totale rispetto della storia di Beaumont che, in questo concept, abbiamo caricato di significati attuali.

Syndone bio I Syndone, storico gruppo di musica progressive italiana, nasce verso la fine del 1989 dalla volontà del compositore/tastierista Nik Comoglio di formare un trio in stile ELP con Paolo Sburlati alla batteria e Fulvio Serra al basso, puntando molto sulle idee ed evitando totalmente sia l’arrangiamento fine a se stesso sia, soprattutto, l’uso della chitarra elettrica, da sempre strumento inflazionato in ogni genere. … “Volevamo un nome che evocasse insieme: Sacralità, Torino, Spiritualità e Solchi Incisi (come un vecchio LP di vinile) così pensai a SYNDONE, con la “Y” per differenziarlo dalla famosa reliquia e renderlo internazionale al tempo stesso, senza essere blasfemo. Questo nome infatti evoca subito Torino in qualunque parte del mondo ti trovi … e questo mi piaceva”… [Nik] Dopo due lavori: “Spleen” (1991) e “Inca” (1993), prodotti da Beppe Crovella degli Arti & Mestieri, la band si scioglie per motivi interni al gruppo e ciascuno dei musicisti seguirà percorsi personali diversi. Dopo diciotto anni la band ritorna sulla scena con una nuova formazione a quintetto. I nuovi musicisti sono Federico Marchesano al basso e contrabbasso, Francesco Pinetti al vibrafono e ai timpani sinfonici, Paolo Rigotto alla batteria e percussioni, Riccardo Ruggeri alla voce e Nik Comoglio, unico rimasto della vecchia formazione al pianoforte, hammond, moog, rhodes e tastiere. Con questa line-up la band realizza l’album: “Melapesante”. Recentemente la band è ritornata ad essere un trio come all’inizio della loro carriera.
La nuova e definitiva formazione vede Nik Comoglio, Francesco Pinetti e Riccardo Ruggeri.
Con questa formazione più snella e più agile realizzano il nuovo album: “La bella è la bestia.
Info: Syndone: www.syndone.it
BTF: www.btf.it
Synpress44 press office: www.synpress44.com

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