Anno: 2014
Durata: 124’
Distribuzione: Bim Distribuzione
Genere: Drammatico
Nazionalità: USA
Regia: Charlie Kaufman
Data di uscita: 19 Giugno 2014
Synecdoche, New York è un film che parla della morte, della malattia, della decomposizione e dell’informe, del tempo, dell’amore. Sembra una storia nella storia, è un film metafisico in cui le sequenze temporali non si susseguono diacronicamente. Le scene non sono montate in modo da suggerire il dispiegarsi del tempo, narrato come tempo vissuto da Caden Cotard (Philip Seymour Hoffman), regista teatrale ossessionato dal timore di non avere più tempo davanti a sé, affetto da una misteriosa malattia, che decide di abbandonare il teatro locale regionale nella periferia di New York per creare un’opera maestosa nella Grande Mela. Quasi subito Cotard viene abbandonato dalla moglie Adele (Catherine Keener), algida e così diversa dal marito da apparire l’abitante di un altro pianeta, che si trasferisce a Berlino per perseguire la sua carriera di pittrice. Lentamente si intuisce che la persona veramente catturata in un universo a parte è lui. La sua assistente Hazel (Samantha Morton), la prima attrice Claire (Michelle Williams) e tutte le altre donne di Cotard sembrano distanti, scollegate dai luoghi più profondi, irraggiungibili dell’essenza dell’uomo.
Una prima regia impegnativa per Charlie Kaufman, già sceneggiatore di Eternal sunshine of the spotless mind (Se mi lasci ti cancello), che descrive il suo film “un film divertente che affronta tematiche emotive molto serie, ma curiosamente a modo suo è anche spassoso” e che vorrebbe che il film funzionasse “a molti livelli diversi e che gli spettatori vi colgano significati differenti in base alla propria personalità”. In realtà, con il procedere della storia, vortici di angoscia travolgono lo spettatore anche per l’inevitabile inquietante corrispondenza tra l’atmosfera di morte che si respira nel film e la sciagurata prematura scomparsa dell’interprete. Philip Seymour Hoffman regala un’ultima interpretazione degna del suo nome, con quella capacità unica che aveva di cercare e incarnare fino in fondo la verità dei suoi personaggi.
Manuela Materdomini