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T’ai Chi Ch’üan , la quiete del movimento

Creato il 25 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

T’ai Chi Ch’üan , la quiete del movimento“Nulla al mondo è più morbido e cedevole dell’acqua,
eppure nel distruggere ciò che è duro e forte
non vi è nulla che riesca a superarla”   Lao Tzu

Tai Chi Chuan letteralmente significa  Pugno della Suprema Polarità. Questa denominazione indica che il T’ai Chi Chuan è un’arte marziale il cui principio fondamentale è il Wu wei , che può essere tradotto come: non agire, niente fare, lasciar andare… Dove però il non-agire è un’”azione” compiuta con coscienza. Inoltre si basa sulle leggi che regolano l’interazione e l’alternarsi di quelli che sono, secondo la filosofia cinese, i due principi dell’Universo: Yin, il principio negativo, femminile; Yang, il principio positivo, maschile. Ma il Tai Chi Chuan non è esclusivamente un’arte da difesa i cui principi sono in armonia con la natura, esso può essere praticato come una ginnastica morbida per ottenere la salute psicofisica dell’uomo e come una meditazione in movimento.

Quest’arte nasce nel VI secolo d.C. quando nel tempio di Shao Lin Szu arrivò il
famoso monaco Bodhidarma, fondatore del buddismo Zen. Questi insegnò ai monaci degli esercizi fisici e di respirazione per dare energia al corpo ed

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ottenere l’unione tra spirito e corpo. I monaci, anche per difendersi dai banditi che popolavano la zona, iniziarono a praticare le arti marziali diventando spesso invincibili. Con il trascorrere del tempo la Box del tempio di Shao Lin Szu divenne famosa in tutta la Cina e in essa si differenziarono i vari stili, tra cui il  Tai Chi Chuan , dovuto allo studio di un famoso monaco taoista Chang Sam Feng.

Esistono varie leggende; la più accreditata narra che un monaco, esperto in arti marziali, avendo assistito ad un combattimento tra una gru e un serpente, fu colpito dalla sinuosità e dalla lentezza dei secchi e rapidi colpi di becco della gru, intuendo così quanto fossero preferibili movimenti circolari e continui a quelli rettilinei ed interrotti. Si rese anche conto quanto, in un combattimento, la morbidezza e la flessibilità prevalgono sulla durezza e la forza. Il monaco applicò questi principi dando vita ad una nuova arte: il Tai Chi Chuan che venne insegnato anche con diversi stili e soprattutto in forme diverse a seconda se si trattasse di componenti la famiglia del maestro o di esterni. Al pubblico infatti furono insegnate esclusivamente versioni ridotte della così detta “forma lunga”, semplici esercizi a coppie di T’ui Shou( spingere con le mani) ed una forma con la spada.

Di  Tai Chi Chuan, si conoscono 6 stili; i più difusi sono:  Chen, Yang, Sun, Wu. Ognuno di questi stili ha proprie scuole di pensiero, ma, senza  addentrarci nei principi della filosofia taoista, vorremmo esclusivamente sottolineare quanta importanza ha nel Tai proprio quella parte dell’insegnamento che indica il giusto

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proporsi nei confronti degli eventi nella vita. Difatti, così come cerchiamo, durante la meditazione, di ottenere il vuoto, facendo tacere il chiacchiericcio della nostra mente, distaccandoci dalle cose, raggiungendo infine una nuova visione del mondo e di noi stessi, allo stesso modo dobbiamo agire nella pratica del Tai Chi Chuan. La mente deve essere limpida come uno specchio, perfettamente lucida, presente e deve riflettere imperturbabile: tutto questo è ciò che ci serve proprio nella pratica delle arti marziali: se la mente è difatti libera da ogni pensiero, priva di aggressività e di paura, risulta facile intuire le intenzioni dell’avversario ed agire di conseguenza. Solo così la tecnica sarà perfetta.

Così come per la forma cosmica, l’uomo è impregnato di tre energie.

Ching: essenza o energia vitale, Kundalini per lo Yoga, energia sessuale per noi,
Chi: energia interna, intrinseca,che scorre in canali interni, le Nadi per lo Yoga.
Shen: l’energia spirituale e mentale
Chin: la forza interna, l’energia più raffinata che differenzia l’uomo dalle altre creature.

Scopo della pratica del Tai Chi Chuan è, non solo quello di  conservare e accumulare le tre energie interiori senza disperderle, ma anche quello di purificarle e trasformarle in forme più raffinate.

All’interno del nostro corpo, il Chi scorre lungo i meridiani e può venire diretto dalla forza del nostro pensiero. Nella pratica del Tai Chi Chuan è fondamentale far scendere il Chi in Tan T’ien, luogo dove alloggia l’energia interiore. Il Chi fluisce anche negli arti, fino alle estremità (palma delle mani e pianta dei piedi). Per esempio, se eseguiamo una tecnica che prevede una spinta con le mani, il Chi deve fluire lungo la colonna vertebrale, nelle due braccia e infine fuoriuscire dai palmi delle mani (che effettuano la spinta). Questo fluire del Chi nel nostro corpo è la cosiddetta “grande circolazione del Chi”.

I testi classici dicono che “il Chi mette in movimento il corpo” e che “tutte le parti del corpo devono essere coordinate fra di loro come perle di una collana”. Questo significa che i movimenti, nel Tai Chi Chuan, non devono essere eseguiti con la forza muscolare, bensì devono essere guidati dal fluire del Chi.

I movimenti del  Tai Chi Chuan sono costituiti da un’alternanza di “aperture” e

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“chiusure”. Le “aperture” sono movimenti in cui le membra si distendono e ad esse corrisponde una fase espiratoria (emissione di energia); le “chiusure” sono
movimenti in cui le membra si raccolgono e ad esse corrisponde una fase inspiratoria (immissione, accumulo di energia). Attraverso la consapevolezza del movimento, l’armonia del respiro e la buona concentrazione mentale, in completa deconcentrazione muscolare e in uno stato di tranquilla attesa, si può ottenere corpo, mente e spirito pieni di salute per una vita sempre migliore alla ricerca del Sé e dell’equilibrio interiore

Nei testi classici di Tai Chi Chuan  che  sono stati tramandati dagli antichi maestri  è assai difficile  afferrarne veramente i principi  e non si può arrivare alla meta se non attraverso un prolungato sforzo mentale, la fede sincera e la guida di un vero maestro. La nostra mente deve  rendendersi conto del significato profondo di ogni tecnica e di ogni principio; dunque la mente, il corpo e il cuore devono  agire  all’unisono.

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