“Non ama gli stereotipi, anzi li sovverte. Ci prende in giro proponendo items apparentemente innocui, insapori e inodori, desunti dalla tradizione nipponica, per poi rivelarci che lì dentro qualcosa sta "andando a male", a meno che non sia marcita addirittura.
Nata nel 1975 a Hyogo, Tabaimo è la più giovane artista giapponese a essere riuscita a far parte della Triennale di Yokohama nel 2001.
Il Giappone e l'arte di grandi maestri come Hokusai entrano nelle sue videoinstallazioni per essere completamente stravolti, quasi che il fumetto e il cartone animato omaggiassero il passato con un gesto di strafottenza. Il mondo fluttuante dei classici "ukiyo-e" - i disegni anche seriali prodotti da artisti come Utamaro fin dalla metà del 1600 - diventano nelle opere di questa artista tra le più quotate al mondo una rivisitazione spesso inquietante di un mondo prossimo al manga.
Di ritorno a Venezia dopo la partecipazione del 2007, Tabaimo inserisce la sua opera video all'interno di un padiglione dedicato - come afferma il commissario Yuka Uematsu - al tema “Trans-Galapagos Syndrome”. Un'occasione per lasciare stridere la sua indubbia poesia con un potentissimo elemento nero. Quasi funereo.”
Francesco Brunacci, L'Uomo Vogue, maggio-giugno 2011 (n. 421), p. 215
Tabaimo, "teleco-soup", 2011