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Tabucchi e gli ignoranti

Creato il 26 marzo 2012 da Andreapomella

Tabucchi e gli ignorantiDi Tabucchi ho amato in particolare un racconto contenuto nella raccolta Il tempo invecchia in fretta. Il racconto si intitola Nuvole, ed è il colloquio tra la ragazzina Isabel e un ufficiale italiano reduce dalla missione in Kosovo dove ha subito l’esposizione alle radiazioni dell’uranio impoverito. L’ufficiale insegna a Isabel la nefelomanzia, una pratica divinatoria con cui si prevede il futuro osservando la forma delle nuvole. Avevo difficoltà a includere Tabucchi fra gli scrittori italiani. Quando c’era da fare una lista dei migliori fra i nostri, Tabucchi mi passava sempre di mente. Non perché non fosse annoverabile tra i migliori, ma perché faticavo a pensarlo come scrittore italiano. Va da sé che la sua militanza portoghese ha avuto la sua parte in questa specie di de-italianizzazione con cui il mio cervello ha messo fuori catalogo lo scrittore di Sostiene Pereira. Ma non è solo questo. È la materia della sua letteratura a essere, per certi versi, estranea alle tendenze della narrativa italiana contemporanea. La scrittura di Tabucchi non è fuori dal tempo, è sopra il tempo, incede con grazia e lievità, proprio come la forma di quelle nuvole fra le quali si rintana il futuro. Bene ha fatto Tabucchi a scegliere il Portogallo come paese d’adozione se è vero che oggi Il Giornale – voce italiana, italianissima, triviale e sciacallante come solo certi modi italiani sanno essere – gli dedica una finestra in prima pagina in cui gli dà del “talento fazioso” e del “falso mito”. Una riserva di bile versata a giochi fatti, com’è consuetudine degli ignoranti. Ma gli ignoranti non sanno che Tabucchi la sua replica l’aveva già scritta. La si trova in Tristano muore, e dice così: “Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna”.


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