Da quanto siete insieme? Da due anni! Daiii!! ma che bello!
Non ho mai creduto che chi lo dice pensi davvero che sia bello per te, innanzitutto perché non ti chiede se lo è e poi perché di solito lo dicono quelli che sono da soli. Quelli cioè, che vorrebbero stare con qualcuno che di solito o sta già con qualcun altro o che non li vuole. Si, perché ci sarebbe qualcuno che vorrebbe stare con loro ma sai com'è “ ha sempre qualcosa che non va”: cose come un aspetto semplice, un eloquio poco brillante e infine una totale disponibilità nei confronti della persona di cui sono innamorati. Tutte cose con cui questi uomini tessono inconsapevolmente il mantello dell'invisibilità. E poi c'è chi dice che i poteri magici non esistano! Comunque, la media in cui le persone concepiscono la felicità di coppia va dal quarto d'ora ai due anni, dopodiché all'annovero dei decimali il commento alla succitata domanda diventa: ah ( con una inflessione vocale di noia o seccatura). Perché dunque prendersi la premura di investire così tanta energia alla ricerca di mister Right? Nel mondo femminile interiore, sconfessato e ripudiato in pubblico, il trovare quello giusto è sinonimo di successo paragonabile a quello di un salto in alto che ti riesce senza l'asta. Asta che, diciamocelo, nessun maschio possiede tanto lunga da garantire un simile risultato. Nel mio gineceo meraviglioso inoltre l'indipendenza economica delle mie donne era inversamente proporzionale alla loro indipendenza dai maschi oltre ad esserci tra loro una certo agonismo circa la prima che avrebbe tagliato il traguardo a velo da sposa. L'unica di loro che eventualmente si sarebbe sposata per la prima volta era Ahia, mentre per Secondo Te e Assolutamente si sarebbe trattato di coazione a ripetere! Tutte loro partecipavano alla crescita della storia tra me e il Sagittario a vapore manifestando nei miei confronti la inflessibile necessità di essergli fedele. Più volte mentre si congratulavano con noi mi chiedevo: ma loro la farebbero la vita che faccio io? Avrebbero sopportato di potersi dire raramente sedute sul divano a tre posti più penisola che avrebbero regalato al proprio uomo, perché lui l'aveva trasformato in ufficio dei cazzi suoi? Dico questo, perché è molto più difficile da sopportare che un orgasmo mancato, cosa in cui le donne sono più esperte nel rapporto con gli uomini, di quanto io potrei mai essere dal momento che il mio essendo uomo è di una dannata “evidenza” sia che l'ottenga o meno! In questo senso il rapporto sessuale tra maschi è di una onestà palese, e manifesta in maniera chiara i momenti di “incomunicabilità” nella coppia. Il cazzo non vuole pensieri dicono...forse per questo. Ogni tanto quando i pensieri c'erano e anche in quantità mi confidavo con Ahia in prevalenza, la quale non era mai chiara nel darmi una soluzione diretta, presa com'era dalla conta dei globuli del suo ciclo mestruale, pur elogiando moltissimo la mia resistenza ai momenti bui. Secondo Te, invece di gran lunga più gelosa nel rapporto coi maschi e sintetica nelle analisi, sapeva dirmi solo: non sgallinare in giro! Assolutamente non era invece colei con la quale confidarsi, perché nel suo Impero dei Sensi non c'era spazio per la tiepidezza, sarebbe stato come parlare di ghiaccio ad Efesto! Del piacere femminile so così poco che l'ho sempre immaginato come il cubo di Rubik. Un inutile rompicapo, per cui non posso dire che le chiacchierate sul sesso con loro fossero esattamente sensate. Nondimeno divenne presto chiaro che chi non è in coppia adora il sesso e lo eleva alla voce “ Arti”, mentre chi è in coppia da tempo lo sposta nella voce “Mestieri”. Ad un certo punto però Marte e Venere si allinearono nel cielo delle mie amiche, le quali come per il ciclo mestruale,( che ci tenevano tutte ad avere ancora) fecero altrettanto! L'Ariete Secondo Te, fu la prima a incontrare un uomo, seguita dalle altre due Vergini in ordine sparso e vagamente suicida. Un maschio Alfa-talebano per Secondo Te che quell'estate perse il diritto ad indossare i meravigliosi top “schiena nuda di Gucci convincendosi che far indossare il burka alle sue costosissime tette fosse un giusto prezzo mentre la pancetta del suo “lui” faceva topless. Un intellettuale dalla pelle delicata vestito da pirata che non la portò mai ai Caraibi, per Ahia che si sentì innamorata il giorno che insieme lessero il bugiardino di un medicamento per le abrasioni cutanee. Un Top Gun in disarmo per Assolutamente, il quale con lei condivideva la passione per i vecchi modelli di carlinga e una sorella cinquantenne con i boccoli della quale Assolutamente era collega. Sono quasi certo che lei si innamorò della sua imponente statura fisica come uno scafo di una gru e cioè con la certezza che finalmente qualcuno sarebbe riuscito a “prenderla di peso”. Incredibilmente ora eravamo “tutte fidanzate” e questo cambiò moltissimo le nostre abitudini. Ma in verità direi che cambiò le mie, perché mi chiarì come molte donne in realtà concepiscono la compagnia del proprio amico gay come surrogato maschile di compagno. Vale a dire che fintanto che un maschio a tutti gli effetti non pianta la “bandierina nel loro punto G, l'amico gay di cui in privato si contesta la promiscuità sessuale, è un essenziale figurante maschile con quel tocco in più. Un nescafé a cui basta aggiungere acqua di rose perché sia sempre pronto. Quindi il periodo fidanzatesco di per se elimina qualche fine settimana soltanto ma se dopo un anno il “candidato” supera la quarantena sociale fatta di scopate, presentazioni alle amiche, uscite “a doppia coppia etero” e rodaggio al tavolo del ristorante ma più ancora alla cassa dello stesso, si arriva alla malsana idea della convivenza. Beh ma nel frattempo pure io ero andato a convivere col mio Sagittario a vapore, e quindi non posso certo dire che avessi maturato l'evento con più saggezza! La verità è che nel mio caso, ero talmente precario nella mia indipendenza prima personale ancorché economica che farlo mi era sembrato inevitabile. E se nessuno me l'avesse più chiesto? Che fai, puoi mica chiedergli se sarà l'ultimo. Non avere scelta aiuta a scegliere. La mia autostima di allora era come quelle figlie di nobili decaduti: vestita di cenci piegava accuratamente l'abito consunto prima di sedersi e soprattutto si fingeva inappetente davanti al piatto vuoto. Le mie amiche invece non mi sembravano affatto bisognose di considerare “l'uomo come un ombrello”, e la loro autostima pareva opulenta e ostentata come il caravan di Moira Orfei, ma il punto è che probabilmente “qualcosa” nel loro meccanismo interiore si era incantato, mancando di precisione e facendole sentire “in ritardo”. Oppure anche loro sotto sotto si chiedevano la stessa cosa: e se nessuno glielo avesse più chiesto? Quindi per Ahia l'intoppo rivelatore del ritardo non fu per una volta il calendario ma il tono della voce di sua madre che rispondendo ad una lontana parente che le chiedeva se la figlia si fosse sposata disse: no, lei..ha un compagno...oltre al fatto di vedere all'altare il suo ultimo fratello che da adolescente lei aveva tenuto in braccio. Secondo Te invece, era sempre stata chiara nel dire che si sarebbe risposata dal giorno in cui uscendo da un camerino di prova aveva visto la nuova fidanzata del suo ex marito mai rimpianto ( col quale aveva però un ottimo rapporto) e da quel giorno mal digerì il termine single e tutti i matrimoni di sua sorella. Di Assolutamente non ho certezze, ma potrei dire che la necessità di rifarsi una vita, poteva attribuirsi al fatto che non dimenticò mai (assolutamente mai ovvio) l'umiliazione del tradimento del suo ex marito ( col quale anche lei era ora in ottimi rapporti) e il vuoto che culturalmente non essere più la donna di un uomo le lasciò.